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Olio di palma e colesterolo: il consumo aumenta il rischio di malattie cardiovascolari?

L’olio di palma è nocivo per la salute oppure no? Esiste una correlazione tra il suo consumo e l’insorgere di malattie cardiovascolari? Proviamo a dare tutte le risposte, cercando di fare chiarezza su un argomento piuttosto spinoso.

Negli ultimi tempi stiamo assistendo sempre più ad un aumento dell’utilizzo di olio vegetale di palma nei cibi confezionati, consumati da tutti la famiglia e soprattutto dai bambini. Proprio per questo, spesso, sono nate preoccupazioni circa le sue proprietà e sono stati in molti a chiedersi se il quantitativo di grassi saturi in esso contenuti non potesse rappresentare un autentico pericolo per la salute ed in particolare per l’apparato cardiovascolare, essendo l’acido palmitico (presente nell’olio di palma) uno dei grassi responsabili  dell’aumento del colesterolo.

In realtà i grassi saturi non si possono automaticamente definire pericolosi per la salute dell’uomo. A procurare danni infatti non è la loro presenza, ma il loro eccessivo consumo. Teniamo presente che l’olio di palma è un olio di origine vegetale ma un grasso di origine animale come il burro, ad esempio, contiene ugualmente grassi saturi. In sostanza quindi un prodotto confezionato non è necessariamente più pericoloso di uno realizzato in casa, con ingredienti di origine animale. Ecco perché sarebbe sbagliato parlare in modo sconsiderato di olio di palma nocivo o olio di palma dannoso. Ogni cosa va contestualizzata.

Non parliamo di estendere il rischio a tutto ciò che mangiamo, sia esso prodotto industrialmente o nella propria cucina, bensì di contenerlo e limitarne il consumo. Consumare cibi grassi non è un male, a patto che ci si attenga, in linea generale, ad un’alimentazione sana ed equilibrata.

Inoltre i grassi saturi e insaturi sono necessari per un corretto funzionamento del nostro organismo, tanto che i nutrizionisti raccomandano di assumere il 30% dell’energia giornaliera da grassi di cui il 20% da grassi insaturi e il 10% da grassi saturi.

Alla luce di questo il legame tra consumo di olio di palma e malattie cardiovascolari non può e non deve essere netto. A confermare questa tesi ci sono diversi studi che hanno dimostrato come il consumo di acidi grassi saturi non concorra direttamente all’innalzamento del colesterolo, principale fattore di rischio dei disturbi cardiovascolari. In dettaglio, una ricerca promossa dall’Istituto Mario Negri dice che “la maggior parte degli studi sembrano dimostrare un effetto protettivo degli acidi grassi polinsaturi quando questi sostituiscono parzialmente gli acidi grassi saturi nella dieta”.

Insomma, non è l’olio di palma ad essere dannoso, ma il consumo sconsiderato ed eccessivo di sostanze grasse, siano esse di origine animale o vegetale.
Alcune fonti utilizzate per la realizzazione del contenuto:

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