Lifestyle

Maradona in Italia, il 12 ottobre 2016 alla partita della Pace per i terremotati di Amatrice

El Pibe de Oro Maradona in un’intervista all’Espresso dichiara il suo amore per Napoli e per l’Italia. E ricorda di quando disse no all’Avvocato Agnelli.

Per Diego Armando Maradona l’appuntamento è fissato per mercoledì 12 ottobre 2016 in Italia. È di quelli importanti. A Roma si svolgerà la partita della Pace, per ricordare e raccogliere fondi a favore dei superstiti del terremoto che lo scorso 24 agosto ha devastato l’Italia centrale e Amatrice in particolare, nel Reatino. E lui, “Dieguito”, non mancherà. Lo fa sapere rivelando progetti, propositi e idee. Come un vulcano. Come sempre. In un’intervista all’Espresso, che il settimanale pubblica sulla sua versione online, 
El Pibe de Oro annuncia che sarà al match, un evento pensato da papa Francesco al quale il campione argentino 
è legatissimo.

Non appena messo piede in Italia, Maradona trova l’ennesima grana col fisco. Ecco che allora il tema entra subito nella chiacchierata con l’Espresso. “Ho sempre solo giocato a calcio – dice Diego a Giovanni Chianelli -. I miei rapporti con il fisco italiano erano gestiti da Ellenio Gallo, Corrado Ferlaino e Guillermo Coppola che era il mio rappresentante. Sui documenti ci sono le loro firme, non la mia. Ora non capisco perché tutti quanti loro oggi possono circolare indisturbati dove vogliono, girare Napoli in tranquillità e io no… Questo non è giusto, oltre che molto doloroso per me”.

Anche perché per Diego l’Italia, e Napoli in particolare, sono un amore assoluto. “Voglio dire agli italiani che ho un grande 
rispetto per loro – precisa Maradona nell’intervista -. L’Italia, calcistica e non, 
si merita tanto. So quello che stanno passando gli italiani. Per questo voglio che l’Italia 
sia grande, come è stata sempre”. “Da tifoso azzurro – spiega invece, riferendosi al suo Napoli – mi è dispiaciuto che Gonzalo Higuain, un mio conterraneo e un grande giocatore, uno che io stesso lanciai 
ai Mondiali in Sudafrica, sia andato a stare da una rivale diretta come la Juventus. Ma non si può neanche dare la colpa solo al giocatore. Eppure, come tutti sanno, Diego Armando Maradona rifiutò di trasferirsi alla Juventus. “L’avvocato Agnelli mi corteggiava – racconta El Pibe de Oro – come potrebbe fare un innamorato con una donna. Mi chiamava continuamente promettendo cifre pazzesche. Mi disse che aveva offerto 100 miliardi di lire a Ferlaino e di mettere io la cifra sul mio assegno. 
Io gli risposi che non avrei mai potuto fare questo affronto ai napoletani perché io mi sentivo uno di loro, che non avrei mai potuto indossare in Italia altra maglia se non quella del Napoli”. Genio del calcio, sì. Ma di altri tempi.

Maradona in Italia, il 12 ottobre 2016 alla partita della Pace per i terremotati di Amatrice

Photo Credits: Facebook

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

Pulsante per tornare all'inizio