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Il mistero della bomba di Hiroshima: la storia del tradimento

Un generale delle Ss vuole salvarsi dalla caduta del Reich, 70 chili di uranio consegnati agli americani dai nazisti, un nuovo straordinario punto di vista raccontato da L’espresso che rimette tutte le carte in tavola.

Una valigia che sembra aver fatto la differenza, un baule con 70 kg di uranio che hanno cambiato la storia degli Stati Uniti e del mondo. Nei primi giorni di maggio 1945 un generale delle Ss consegna lo scomodo pacco a un ufficiale dei servizi segreti americani. In quei giorni il Terzo Reich stava collassando e il mondo scopriva l’abisso dei campi di concentramento. Tre mesi dopo, “Little Boy” cade, alle 8.15 del mattino, su Hiroshima, e ingoia la città giapponese col suo fungo atomico, le cui foto hanno fatto il giro di tutto il mondo.

Hans Kammler e Donald “Don” Richardson: uno dei principali responsabili dell’Olocausto e uno 007 americano d’altissimo livello, due nemici che si sono trovati a trattare, in nome di una sulle sorti del mondo e hanno riscritto completamente il corso di tutti gli eventi. Adesso Richardson jr, figlio di uno dei protagonisti, aggiunge un nuovo passaggio, finora rimasto nell’ombra: «Mio padre portò con sé quasi settanta chili di uranio. Uranio che probabilmente proveniva dalle gallerie sotterranee del lager di Gusen, il complesso denominato Bergkristall, in Austria». Il luogo dove, forse, il nazismo ormai in rotta stava cercando di costruire la sua atomica. «Il generale ci offrì le armi più moderne, strumenti che erano sinonimo di morte e distruzione».

Le parole di Richardson jr aprono uno scenario incredibile: l’ipotesi è che la bomba di Hiroshima, quella che ha ucciso sul colpo tra le 66 mila e le 78 mila persone sia stata realizzata con l’uranio, e in parte anche con il know-how, dei nazisti. Non ci sono prove, solo indizi, ma la storia appare drammaticamente credibile.

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Photo Credits: Twitter

 

 

 

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