La Farnesina informa che i connazionali deceduti nell’attacco terroristico a Dacca sono Adele Puglisi, Marco Tondat, Claudia Maria D’Antona, Nadia Benedetti, Vincenzo D’Allestro, Maria Riboli, Cristian Rossi, Claudio Cappelli e Simona Monti: queste sono le loro storie.

“Uccidevano chi non sapeva recitare il corano”, è questa la realtà che ha colpito un locale a Dacca. 20 morti, 9 sono italiani. Dei sette terroristi del commando, sei sono stati uccisi e uno catturato. Tutti i componenti del commando erano cittadini del Bangladesh. Sono morti anche due poliziotti. Ed è stato un bagno di sangue, una tragedia che nella morte non conosceva confini, bandiere, religioni.

Jacopo Bioni, lavorava in cucina e si è salvato scappando dal tetto, appena ha capito quanto grave era la situazione. Gli altri italiani erano lì per cenare. Tra i commensali c’era Gian Galeazzo Boschetti, che è riuscito salvarsi: era uscito in giardino per una telefonata; ma sua moglie Claudia Maria D’Antona, volontaria della Croce Verde, non ce l’ha fatta, ha perso la vita. Così la descrive sua sorella all’ANSA: “Aiutare il prossimo era sempre in cima ai pensieri di Claudia e di suo marito. Si erano sposati due anni, con una bellissima cerimonia a Dacca, dove avere convissuto per oltre 20 anni”. Due delle vittime erano friulane: Cristian Rossi, 47 anni, sposato e padre di due piccole gemelline di 3 anni, faceva l’imprenditore; l’altro era Marco Tondat, lavorava nel settore tessile, di Cordovado. Nadia Benedetti, invece, amava cantare, la musica era la sua grande passione. Chi la conosceva la ricorda come “una persona gioiosa, da sempre dedita al lavoro che l’ha portata a girare mezzo mondo”, fino ad arrivare all’incontro con la sua morte.

C’era anche una futura mamma tra le vittime, Simona Monti, lei aveva già prenotato un volo che di li a breve l’avrebbe riportata in Italia, a Rieti, per un lungo periodo di aspettativa. Insieme a lei a tavola sedeva un’altra mamma, Maria Riboli, bergamasca, spesso in giro per il mondo per il suo lavoro in un’impresa che si occupa di abbigliamento. Avrebbe compiuto 34 anni il prossimo 3 settembre e li avrebbe festeggiati insieme alla sua bambina (3 anni) in Italia. Al momento dell’attentato si trovava in viaggio per lavoro per conto di un’impresa tessile. Da diversi mesi era in Bangladesh. Erano tutti cacciatori di sogni quelli morti nell’attentato a Dacca: Mariti, mogli, madri, figli. Sogni che nessuno gli restituirà mai e che oggi ha solo il sapore amaro di una tremenda ingiustizia.

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