Il padre lo ha fatto vivere nella foresta, convinto che la guerra in Vietnam non fosse finita. A 43 anni Lang racconta com’è miracolosamente sopravvissuto…

Arriva da Repubblica la storia più sconvolgente dell’estate: nel 1971 un padre e suo figlio, Ho Van Tahnh, scapparono dal loro villaggio, durante la guerra in Vietnam. Non fecero mai più ritorno. La loro casa era stata bombardata e il padre, credendo la moglie e gli altri figli morti, decise di fuggire e isolarsi nella foresta della regione centrale di Quang Ngai. Lì ha trascorso 40 anni vivendo in una capanna di legno e procacciandosi il cibo grazie alla caccia. Non si sono mai accorti che la guerra fosse finita. Di tanto in tanto incontravano altri avventurieri e su di loro iniziò a circolare una leggenda. Uno dei fratelli sopravvissuti di Ho Van Tahnh , Tri, udita la storia iniziò a cercarli, finché il governo vietnamita, con una spedizione di 20 uomini, li andò a ”prelevare” offrendo loro una casa in un villaggio vicino.

Ho Van Tahnh a 40 anni non aveva mai conosciuto la civiltà, il sesso, l’amore. Non sapeva che la terra fosse rotonda né aveva idea di cosa fosse una televisione. Adesso  coltiva i campi con il fratello Tri e si dice felice, anche se  ha dichiarato di avere nostalgia  della giungla.

Suo padre gli aveva parlato degli aerei e della tecnologia in generale, ma mai delle donne. “Non ha mai avuto desiderio sessuale o istinto riproduttivo – spiega un esperto- anche se ora, dopo tre anni nella civilizzazione, dice che vorrebbe un figlio. Ma è improbabile che capisca, è asessuato. Fa ancora fatica a distinguere i maschi dalle femmine”. Quando è stato portato al villaggio con il padre malato e turbato che rifiutava di ricevere aiuto, di credere che la guerra fosse finita e che Tri fosse suo figlio, Ho Van Tahnh è salito per la prima volta su un’auto e ha visto la prima strada. Ha chiesto cosa fosse il cemento, non capiva come alcuni animali potessero essere considerati amici, come funzionassero i rapporti. Era stupefatto dalle lampadine, dagli interruttori, dall’elettricità. Una vita completamente rivoluzionata a cui, ancora, dopo tre anni non riesce ad adattarsi; tanto che alla proposta di andare in tv a raccontare la sua storia, ha risposto stupito: “Non riesco ancora a capire come le persone possano stare dentro una scatola”.

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