Ken Wharfe, ex responsabile della protezione di sua altezza reale Lady Diana svela il motivo per cui è morta in quel tragico incidente.

“Ho visto tutte le prove, la colpa è delle sue guardie del corpo”: in un’autobiografia shock l’ex responsabile della protezione della principessa, Ken Wharfe, rivela tutti i retroscena di quel tragico incidente di Parigi. Il quotidiano britannico Daily Mail ha pubblicato un estratto in cui l’uomo che ha protetto la principessa per sei anni, svela il perché gli uomini della sicurezza avrebbero dovuto evitargli di entrare in quella Mercedes guidata dal capo della sicurezza dell’Hotel Ritz Henri Paul. Con lei e Dodi c’era anche Trevor Rees-Jones, membro della squadra di sicurezza privata della famiglia Fayed: “La capacità di proteggere se stessi in una rissa non è abbastanza qualificante per proteggere qualcuno come Diana. Rees-Jones era un ex soldato che non avevano ricevuto la formazione necessaria per proteggere un membro della famiglia reale. Quando è stato nominato dalla famiglia Fayed a guardia di Diana in Francia, avrebbe potuto informalmente contattare Scotland Yard per un briefing, invece, secondo quanto ha scritto nelle sue memorie, ha semplicemente riflettuto di essersi trovato dentro ‘un interessante viaggio nell’inferno.”

E continua: “Ha descritto la stampa come il nemico facendo riferimento ai fotografi come se fossero cecchini. Anche il suo essere intimidito dalla Principessa, e il suo voler fare le cose per farle piacere è incompatibile con la missione di protezione. Rees-Jones ha commesso un grave errore di giudizio, consentendo a Dodi Fayed di entrare in un gioco a ‘battere i paparazzi’, che ha portato al fatale incidente ad alta velocità nella galleria del Pont de l’Alma il 31 agosto 1997“.

La colpa sarebbe quindi da attribuire alla sicurezza: ” Ho ascoltato nel corso degli anni alle teorie della cospirazione promosse dal padre di Dodi, Mohamed Fayed, ei suoi sostenitori. Ho studiato i rapporti ufficiali dei giorni e le ore che portano al crollo. Posso dire con certezza, sulla base di decenni di esperienza di polizia, che la morte di Diana non era un omicidio, ma un incidente terribile che avrebbe dovuto essere evitato. Il primo errore è stato quello di usare una guardia del corpo assunto dalla famiglia Fayed, che non era in grado di dire di no ai suoi datori di lavoro. Dodi ha ordinato Henri Paul a guidare quella notte: la guardia del corpo avrebbe dovuto intervenire impedendo a Diana di entrare in macchina. Dodi ha ordinato all’autista di guidare troppo veloce: Rees-Jones avrebbe dovuto revocare tale ordine“. L’incidente avrebbe, dunque, potuto essere evitato.

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