In Cina uccidono donne per “farle sposare” con uomini defunti: un’usanza perpetuata da millenni che si credeva ormai scomparsa e invece…

Succede veramente: in Cina esiste una macabra pratica che si credeva scomparsa ma che trova ancora riscontro nelle regioni del nord. Il minghum (letteralmente matrimonio dell’aldilà) consiste nel sposare ragazze morte in mogli di uomini appena defunti. Inizialmente l’originale cerimoniale era riservato a coppie che non erano riuscite in vita a coronare il loro sogno d’amore, le famiglie decidevano, quindi, di unirle almeno nell’aldilà; oppure per far provare ad compianto affetto la gioia effimera e ormai impossibile di unirsi in matrimonio con una sposa ideale cercata in una sorta di agenzia matrimoniale post mortem.

Il contrabbando di cadaveri, vietato persino da Mao Zedong,  aveva in passato raggiunto prezzi stellari. Un prezzo che secondo una ricerca della Shanghai University, è raddoppiato negli ultimi quattro anni: se si vuole un corpo senza vita in ottimo stato si arriva a spendere anche 13 o 14 mila euro, se si vuole risparmiare ci si deve accontentare di uno in avanzato stato di decomposizione che non raggiunge 1000 euro. I prezzi salgono anche in relazione alla bellezza della sposa cadavere. In relazione alla pratica, sono aumentate in Cina le sparizioni dei corpi dai cimiteri e gli omicidi su commissione.

Nella provincia dello Shaanxi meno di una settimana fa un uomo è stato arrestato per aver ucciso due donne disabili per poi venderne all’interno di un mercato nero apposito i cadaveri da utilizzare in questo rito. La notizia del doppio omicidio è stata riportata il quotidiano on line Sixth Tone. Secondo fonti interne sarebbe stato commesso diversi mesi or sono con la complicità di altre due persone. La nuova prolifica diffusione della pratica sarebbe legato, secondo alcuni, alle “maggiori possibilità economiche della popolazione”. Paura di morire zitelle? Anche dopo la morte, “la vita” continua…

 

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