Lucio Battisti e Mogol: in vendita i diritti delle canzoni
I diritti delle canzoni scritte da Lucio Battisti e Mogol sono in vendita che sono considerati patrimonio culturale italiano.
Lucio Battisti e Giorgio Rapetti, in arte Mogol, hanno scritto la storia della musica italiana con le loro canzoni da Una donna per amico a Fiori rosa, fiori di pesco a Innocenti evasioni fondando nel 1969 una casa discografica con l’omonimo nome di uno dei testi e melodie più famose create da loro Edizioni Musicali Acqua Azzurra. Proprio da questa società sono nati i litigi tra il cantante e il paroliere che li hanno portati poi alla separazione delle loro vite lavorative.
Quello che sta destando scalpore è proprio la messa in vendita dei diritti di queste opere musicali che hanno accompagnato e segnato la vita di intere generazioni e che continuano ad essere accolte anche dai giovanissimi, che le ascoltano lasciandosi coinvolgere dal testo e dalla musica, portando ottimi profitti alla società. Infatti il bilancio di Acqua Azzurra ha chiuso nel 2015 con un utile dei profitti di cinquecentomila euro e con un aumento dei guadagni rispetto all’anno precedente.
Questa decisione di mettere in vendita i diritti non sorprende perché il gruppo Vivendi aveva già annunciato dopo il Consiglio d’Amministrazione del 21 dicembre 2016: “Non è stata raggiunta la maggioranza richiesta per l’adozione delle modifiche statutarie, necessaria per prorogare il termine della durata della società“. I soci dell’azienda oltre ad essere L’Altra Metà srl con il 9 per cento controllata da Mogol e dai figli, il 56 per cento lo detiene l’Aquilone srl della vedova e del figlio di Battisti, il rimanente delle quote, il 35 per cento, è amministrato dalla Universal Music Publishing Ricordi che fa parte del gruppo Vivendi di cui è proprietario Vincent Bollorè. Proprio quest’ultimo membro ha dato il via alla vendita dei diritti, stufo delle continue lotte tra Rapetti e Grazia Letizia Veronesi, moglie di Battisti. D’altronde Mogol ha intentato una causa contro la vedeva di Lucio e la società chiedendo un risarcimento danni di otto milioni di euro, ma al momento potrebbe ottenere due milioni e 651 mila euro, se la sentenza di appello dovesse riconfermare quella precedente.
Photo Credits Facebook