Karar Nushi era stato eletto dalla stampa irachena “il Brad Pitt iracheno” è stato rapito, torturato e ucciso perché troppo occidentale. 

Il Brad Pitt iracheno così è stato chiamato Karar Nushi dalla stampa locale. È stato rapito e poi barbaramente ucciso perché conduceva una vita troppo occidentale. Era un modello, attore televisivo e di teatro e uno studente all’Università di Arte e Spettacolo di Baghdad. Karar è stato condannato a morte per il suo modo di vivere che non è passato inosservato: capelli lunghi, vestiti attillati e atteggiamenti omosessuali. Ad assassinare il giovane ragazzo, secondo le prime notizie, è stato un gruppo islamista, legato probabilmente all’Isis. Il corpo senza vita di Karar è stato ritrovato il 4 luglio a Palestina street, una delle strade più affollate al centro di Baghdad.

Karar più volte è stato vittima di minacce da parte di gruppi fondamentalisti che non accettavano il suo stile di vita e lo accusavano di avere atteggiamenti omosessuali. E questo ultimo movente, anche solo come sospetto, ha condannato a morte tante altre persone. Karar era sciita e aveva ricevuto molte intimidazioni per il suo stile di vita, sia da sciiti che da musulmani. Lui però non aveva mai accettato che la sua religione potesse essere strumento di sangue e barbarie. Il Brad Pitt iracheno era pronto a partecipare a sfilate di moda maschili ed era considerato uno degli attori più promettenti della capitale.

 

Gli amici del ragazzo hanno lasciato dei messaggi su Facebook commentando uno dei suoi ultimi post. Una foto che ritrae il giovane ragazzo dietro le quinte di uno spettacolo mentre interpretava un personaggio femminile: “Noi lo ricordiamo sorridente. Non avrebbe fatto male a nessuno” e in un altro post si legge: “Anche se non approvavamo come si comportava, lo rispettavamo sempre. E lo rispettiamo anche ora da morto”. Commenti semplici e puri per ricordare un amico che è stato ucciso e che non ha mai voluto cambiare e rinnegare le sue idee e valori, anche dopo le ripetute accuse e minacce di morte da parte di conservatori e radicali dell’Islam sciiti e sunniti.

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