Velvet Mag ha intervistato Lego Girl e Lego Boy, i fondatori della pagina Instagram prima, Facebook poi. I fondatori hanno parlato della loro idea, del successo inaspettato e della prossima avventura…

Com’è nata questa idea?

L’idea è nata per caso, in un pomeriggio di studio. Durante una pausa stavamo scorrendo le foto di un servizio fotografico di un matrimonio, in uno degli scatti i protagonisti non erano gli sposi, ma due minifigures della Lego, che sorreggevano le fedi. Ci siamo detti che avremmo potuto cambiare i personaggi delle nostre foto, smettere d scattare un banale selfie davanti ai monumenti, ma sostituirci con delle minifigures Lego. La mattina seguente all’alba ci siamo trovati in spiaggia per fare qualche tentativo, ci sono sembrati scatti ben riusciti ed il giorno stesso abbiamo creato il profilo @Legoprojectphoto su Instagram.

In quanti siete a gestire la pagina?

Siamo una coppia di ragazzi marchigiani, un ragazzo ed un ragazza, con una grande passione per la fotografia e per i mattoncini Lego, che coltiviamo da quando eravamo bambini.

Vi aspettavate tutto questo successo?

Assolutamente no. All’inizio è stata l’occasione per imparare ad utilizzare la reflex, tuttora è un modo per ritagliarci dei momenti di svago dopo lo studio o il lavoro.

Cosa ne pensate dei social?

I social sono entrati nella vita quotidiana di tutti noi. @Legoprojectphoto è solo su Instagram e Facebook, che pensiamo siano le piattaforme più adatte per il nostro progetto. Ci piace pensare che i social possano essere anche uno strumento per condividere passioni e creatività.

La fotografia. Dai vostri scatti si comprende, che avete due modi di intendere il racconto, ma entrambi sono un gran successo. Quale dei vostri scatti rappresenta di più il pensiero di Lego Girl e Lego Girl?

Ci sono foto riuscite meglio e foto riuscite peggio, poi ci sono foto che trasmettono emozioni. Gli scatti più rappresentativi sono quelli in cui riusciamo ad inquadrare non solo un luogo, ma anche un momento della nostra vita, come quelli in cui ci sono i nostri ‘alter-Lego’ in primo piano e le nostre silhouette sullo sfondo. Ad esempio al Museo del Novecento a Milano, sotto i portici a Vienna, davanti al Passetto di Ancona.

Il vostro progetto ha come scopo quello di far conoscere luoghi e monumenti italiani. Come mai questa scelta?

Quasi sempre per scattare le foto, visto che le Minifigures sono alte pochi centimetri, ci sediamo per terra, scegliamo la prospettiva migliore e posizioniamo i personaggi. Per fare tutto questo ci mettiamo qualche minuto. Il pensiero che c’è dietro è proprio questo, fermasi un attimo ed ammirare davvero quello che stiamo fotografando anziché scattare fugacemente. Viviamo in un Paese bellissimo, ma viviamo correndo e dando spesso per scontato luoghi e paesaggi davanti ai quali magari passiamo anche tutti i giorni.

All’interno della pagina avete iniziato una nuova avventura, far conoscere ai vostri fan dei luoghi inconsueti, guidandoli nel tragitto. Sta avendo un riscontro positivo?

Capitava spesso che ci contattassero per chiederci dove avessimo scattato una foto, spesso la geolocalizzazione non è d’aiuto, soprattutto se si tratta di un sentiero, così abbiamo deciso di descrivere l’itinerario che percorriamo. I followers sembrano interessati.

In questi ultimi giorni sono uscite due notizie che hanno avuto una grande risonanza a livello nazionale. La prima riguarda i due fratellini che hanno danneggiato il Titanic esposto alla mostra organizzata al Guido Reni District; la seconda il ragazzo che ha costruito la Cupola del Brunelleschi con i mattoncini, cosa ne pensate?

Sono rispettivamente un episodio di disamore e di amore per l’arte. I bambini sono una fonte
inesauribile di energia, spetta ai più grandi insegnargli a convogliarla nel modo giusto.

Qual è una domanda che avreste voluto e che non vi è stata fatta? 

Le prossime avventure da seguire? A Torino!

Photo Credits Legoprojectphoto