Ragazze adolescenti si scambiavano foto hot su WhatsApp, ma le centinaia di foto sono state pubblicate su Internet da un fidanzatino. 

Sessanta ragazze adolescenti nude e seminude si sono immortalate in foto e video con pose sexy e piccanti all’interno delle mura della propria abitazione e poi le hanno inviate in una chat di gruppo di WhatsApp. Forse doveva essere solo un gioco, ma adesso si è trasformato in un incubo. A raccontare questa storia è stato il Quotidiano Nazionale e le ragazza coinvolte sono quasi tutte iscritte alle scuole superiori di Modena e altre del reggiano. Alessandra Codeluppi che ha firmato l’articolo ha parlato: “Forse era sorta una complicità particolare, in cui il gusto del proibito è diventato contagioso, una confidenza collettiva. Forse volevano dimostrare a se stesse quanto fossero belle o disinibite con i fidanzatini”.

La chat di gruppo di WhatsApp dove esistere solo per le ragazze e nessuno doveva vedere i file condivisi, ma qualcuna ha mostrato qualche scatto al fidanzato o a qualche amico, che ha deciso poi di catalogarlo sul proprio computer suddividendolo in cartelle con nome e cognome di ogni ragazza. In una delle foto che sono circolate vi è un’adolescente senza veli che ha scritto: “Sono sdraiata nel letto. Accontentami”.  Nei giorni scorsi, questi file hanno iniziato a circolare tra i banchi di una scuola di Modena condividendoli sempre su WhatsApp.

Le ragazze vengono a conoscenza che il materiale ha iniziato a circolare sulla nota chat e facendo qualche verifica hanno scoperto che tutto il materiale è stato pubblicato sulla Rete e la vergogna, la paura e l’imbarazzo iniziano a prendere il sopravvento. Il fidanzato 17enne di una delle adolescenti presenti nella chat ha chiesto aiuto a La Caramella buona, un’associazione anti pedofilia, e il presidente Roberto Mirabile ha avvisato la polizia postale di Reggio Emilia e ha lanciato un appello alle giovani: “Sono riconoscibili e rischiano di essere contattate e ricattate da gente senza scrupoli. Meglio prendersi una sgridata dai genitori, ma coinvolgere la polizia per l’avvio di indagini e accorgimenti che possano tutelarle”. Le indagini potrebbero essere avviate a breve, ma bisogna avere la collaborazione da parte di tutte le ragazze coinvolte.

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