La famosissima e bellissima attrice Ornella Muti ha parlato delle molestie sessuali che hanno travolto il mondo del cinema, schierandosi a favore delle donne, ma chiedendo che vengano fatti tutti i nomi e che il processo non venga fatto in televisione.

La bellissima e sensualissima Ornella Muti, in una lunga intervista rilasciata a Vanity Fair, ha dimostrato ancora una volta la determinazione e la sicurezza di Francesca Rivelli, nome di battesimo. Una donna tutta d’un pezzo Ornella, che è intervenuta in merito agli scandali sessuali scoppiati negli ultimi mesi e iniziati dal Caso Weinstein. L’attrice con le idee ben chiare si è schierata a favore delle donne e ha voluto parlare di come vengono viste all’interno del mondo dello spettacolo. “Sono sempre stata considerata un simbolo sessuale e se vogliamo parlarne onestamente, il dato mi ha strapenalizzato. Essere descritta per anni come una bomba sexy delle conseguenze le ha lasciate”, queste le parole della Muti, che ha iniziato la sua carriera quando aveva 14 anni ed è sempre stata considerata al bomba sexy del cinema italiano.

L’attrice, diretta e senza troppi giri di parole, ha poi proseguito spiegando per quale motivo, qui in Italia le sue colleghe non parlano volentieri di molestie: “Il sistema sta barcollando, ma il sistema si difende. Il cinema non è diverso da altri ambiti lavorativi, ma per convinzione generalizzata una donna che si affaccia al mio mestiere è una troia a prescindere. I pregiudizi sono duri a morire”, parole forti quelle di Ornella, che prosegue portando due esempi di donne famose italiane che hanno denunciato; la prima è Asia Argento e la seconda Miriana Trevisan e la Muti, dopo aver riportato alcuni commenti fatti, ha fatto una riflessione: “Questo dicono. E vorrei capire dove sarebbe la convenienza di denunciare se questo è il trattamento. Poi guardi, si parla di donne molto giovani. Io ho avuto tante amiche giovani che si sono perse, per colpa dei gruppi degli sceneggiatori ‘nani’ dell’epoca in cui iniziai. Li chiamavano i 7 nani. Acchiappavano ‘ste ragazze sperdute, le illudevano, le usavano, le lasciavano al loro destino e in un secondo le trasformavano in troie”.

Inevitabilmente la conversazione si sposta sul regista Fausto Brizzi, accusato da 10 attrici: “Ma ‘porello’ perché non lo so. Non so se ha fatto davvero quel che dicono dieci ragazze o se è soltanto un capro espiatorio per scaricarsi la coscienza. Prima di trasformare una persona in un orco, aspettiamo un momento. Calma. Il processo in tv è di un livello bassissimo. Non dovremmo decidere da Barbara D’Urso se uno è colpevole o innocente“. La Muti ha poi aggiunto: “Vorrei che si parlasse anche degli uomini della tv. Di quelli più grossi e importanti di lui che vengono coperti. Se pagherà Brizzi, paghino anche gli altri. Nessuno si permetta di condannarlo se non escono fuori anche tutti gli altri nomi”. L’attrice ha poi concluso: “È un bene che questa storia sia venuta a galla, ma a patto che in superficie non resti solo una bolla per poi far sì che tutto torni come prima. Parliamo delle attrici, certo. Ma parliamo anche del Vaticano, dei preti che violentano i chierichetti, del pezzo di mondo che non è un reality, non va in prima pagina e non fa fare clic sul web”.

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