Giorgio Armani contro i cyborg di Gucci: “Io non ci sto”
Dopo la sfilata di Gucci alla Milano Fashion Week 2018 molti hanno commentato, chi positivamente chi negativamente, la scelta di far sfilare dei modelli con delle “teste mozzate” al posto delle pochette. Tra i commenti arrivano le parole di Giorgio Armani che ha spiegato il suo punto di vista.
Una sala operatoria, lettini, luci e sedie di plastica: questa è l’atmosfera della sfilata autunno inverno 2018 di Gucci con protagonisti dei cyborg con tre occhi, che concepiscono draghi e portano la propria testa al posto della pochette. Lo stile è quello di Alessandro Michele che continua a giocare con tessuti, tagli e si diverte con la moda e con i modelli instagrammabili che sfilano in passerella. Gucci ha deciso di mettere in scena una vera opera teatrale che ha come sfondo una sala operatoria, con lampade, lettini, pareti verdi da ospedale e le sedie di plastica delle sale d’attesa. Lo stilista durante la MFW ha cercato di reinterpretare la tesi del Manifesto cyborg di Donna Haraway che, trent’anni fa, immaginava corpi fatti da pelle e pezzi di hardware a metà fra umani e robot, privi di identità sessuale.
Ma Giorgio Armani non condivide e dichiara: “Io non ci sto. Quando vedo delle teste mozzate in passerella io mi tiro fuori. Non dobbiamo a tutti i costi strafare con un’emotività facile. Non che certi toni siano assenti dalle passerelle: anche qui c’è un’emotività facile che è una spettacolarizzazione”.
E poi ha continuato chiedendo ai giornalisti: “Vi faccio una domanda uno può fare ciò che vuole ma, fatemelo dire, se metto in pedana una testa, sotto un braccio, mozzata, siamo al limite e io non sto a questo gioco, mi tolgo da questo gioco. Non vorrei neanche che i miei guardassero ciò che hanno fatto gli altri, se quello che fanno gli altri è questo, meglio che stiamo a casa nostra“. Giorgio Armani, a 83 anni, non resta in disparte soprattutto non è indifferente al presente e alla sensibilità emotiva delle persone e del pubblico, come dimostrano anche le sue iniziative digitali e sui social del marchio. Un’esperienza di vita e lavorativa che nasce molti anni fa, quando ha deciso di seguire l’evoluzione della moda italiana e di farne parte.
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