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Giornata Mondiale dell’Emoji: perché si festeggia e cosa significa

Oggi, martedì 17 luglio 2018, è la Giornata Mondiale dell’Emoji. Ma perché si festeggia e cosa significa questa parola? La ricorrenza è stata fissata nel 2014. Il termine emoji deriva dal giapponese e vuol dire pittogramma, cioè un disegno o un simbolo più o meno colorato che risulta immediatamente riconoscibile.

Pronti per festeggiare la Giornata Mondiale dell’Emoji? Ogni anno, il 17 luglio, si celebra la 24 ore dedicata alle ‘faccine’ divenute ormai una consuetudine nel nostro modo di comunicare online. A fissare la ricorrenza è stato nel 2014 Jeremy Burge, fondatore di Emojipedia.org, che aveva l’obiettivo di “promuovere l’uso delle emoji e diffondere il senso di gioia che portano con sé”. Ma cosa significa emoji? Il termine deriva dal giapponese ed indica il pittogramma, cioè un disegno o un simbolo più o meno colorato, che risulta riconoscibile a prima vista.

La prima faccina è stata creata a cavallo tra il 1998 e il 1999 da Shigetaka Kurita, che lavorava su dispositivi mobili per la società di telecomunicazioni NTT DoCoMo. Poi, sono arrivate in Occidente e sono state inserite nel sistema di codifica Unicode. Al momento, sono disponibili oltre 2.800 emoji, di cui ben 2.300 vengono utilizzate su Facebook. Altre statistiche utili: più di 700 milioni emoji vengono utilizzate ogni giorno nei post presenti su Facebook, rispetto all’anno scorso il cuore è stato usato il doppio delle volte, su Messenger sono inviate ogni giorno oltre 900 milioni di emoji senza ulteriore testo a corredo. Il giorno in cui vengono utilizzate maggiormente le faccine su Messenger? Capodanno!

Per il World Emoji Day 2018, Apple ha presentato le nuove faccine che arriveranno sui dispositivi iOS entro la fine dell’anno, ad integrazione dell’Unicode 11. Tra i 70 nuovi caratteri spiccano persone calve o con i capelli rossi, nuovi animali come aragoste, canguri, pappagalli e pavoni, pappagalli e aragoste, altro cibo come il cupcake, la lattuga e il mango.

Photo credits: Twitter

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