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Coca Cola alla cannabis in arrivo? L’annuncio dell’azienda

La Coca-Cola alla cannabis potrebbe presto sbarcare sul mercato. Il portavoce della multinazionale delle bevande di Atlanta, Kent Landers, ha confermato che l’azienda sta studiando la possibilità di introdurre sul mercato bibite alla cannabis. Questo il suo commento ai microfoni di ‘Bloomberg’: “Stiamo osservando da vicino la crescita della CBD non psicoattiva (componente che non influisce sullo stato d’animo di chi l’assume, n.d.r.) come ingrediente di bevande salutiste in tutto il mondo. Lo spazio si sta evolvendo rapidamente. Nessuna decisione è stata presa in questo momento”. L’indiscrezione, non confermata ufficialmente da Coca-Cola, di una partnership con Aurora ha fatto impennare del 23% il valore delle azioni della società canadese.

Per rilanciare le vendite, Pepsi e Coca Cola stanno già diversificando la loro offerta nel campo delle bevande: se la prima azienda ha deciso di puntare sulle acque Aquafina e Life Water, sul tè Lipton, sui Gatorade e sull’acqua di cocco, il secondo gruppo ha deciso di investire sulle acque Dasani e SmartWater, sulla Sprite, Sul Powerade e sul caffè con Costa Coffee (catena acquistata un mese fa per 5,1 miliardi di dollari). Coca Cola ora studia l’ingresso nel mercato della CBD, ma non è la prima a intraprendere questa strada: il produttore di birra canadese Molson Coors ha già annunciato l’avvio della produzione di bevande analcoliche a base di cannabis in collaborazione con Hexo (produttore di cannabis terapeutica), Constellation Brands (proprietario delle birre Corona e Modelo e della vodka Svedka, presente in Italia con il marchio Ruffino Chianti classico) ha annunciato che investirà 3,8 miliardi di dollari nella società canadese Canopy Growth, Diageo (birra Guinness e whiskey Johnny Walker) sta studiando il settore in Canada e sarebbe già in trattativa con tre società produttrici di cannabis, Lagunitas (Heineken) ha lanciato un brand specializzato di bevande con Thc, il componente psicoattivo della cannabis.

Photo credits: Facebook

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