L’azienda di moda Gucci, che fa parte di Kering, gruppo di beni di lusso francese che possiede numerosi brand d’alta moda, ha di recente annunciato l’ennesimo trimestre di forte crescita del brand. L’incremento è dovuto in buona parte ai numeri registrati da Gucci nel primo quarter 2018, lasso di tempo in cui le “vendite comparabili” sono aumentate del 49 percento. Nell’ultimo anno invece il valore delle azioni del gruppo ha registrato una crescita del 70 percento. Il brand deve grazie, per il suo successo,  non solo alla capacità dell’ Amministratore Delegato Marco Bizzarri, ma soprattutto alla creatività del suo Creative Director, Alessandro Michele. Lo stilista ha saputo rivoluzionare un brand con la sua eccentricità ed unicità.

Nei suoi tre anni alla direzione di Gucci, Alessandro Michele ha saputo dare vita ad un universo distaccato dai suoi competitors. Gucci è riuscito ad ampliare i confini dei suoi clienti, conquistando un pubblico molto più giovane, i cosiddetti millennials,  attraverso un sapiente uso di social media e nuove tecnologie. ”Le generazioni Y e Z sono già il motore principale del mercato dei beni di lusso; nel 2016 questo target ha ampliato dell’85 percento la sua pervasività nel settore” riportava il BoF lo scorso anno. “Si prevede che entro il 2025 rappresenteranno il 45 percento del mercato di lusso.” Previsione che ben si sposa con gli ultimi numeri di casa Gucci, secondo i quali il 55 percento delle vendite del brand sono arrivate da under 35, percentuale molto più alta rispetto alla media delle maison più blasonate.

I contenuti virali del successo di Gucci

Dietro ogni collezione di Gucci c’è come una calamita per le nuove generazioni, riesce a coinvolgerle ed attirarle come nessun altro è riuscito a fare fino ad ora. Ciò che rende Gucci unico e vicino ai millennials non sono solo le scelte di fotografi affermati o modelli anticonvenzionali, ma la sua capacità di aver saputo vendere creando dei contenuti virali. I social infatti sono un elemento fondamentale per il brand. Ricordiamo la stagione A/I 2018 in cui Gucci ha fatto sfilare sulle passerelle i modelli con teste mozzate e cuccioli di drago. Questo ha fatto sì che i giornali, i media e chiunque ne parlasse per giorni e settimane. Inoltre, Michele ha una capacità unica di scegliere i migliori brand ambassador possibili.

Petra Collins, la cui estetica analogica e retrò si sposa perfettamente con lo stile Gucci. Ignasi Monreal, l’artista che ha dipinto le surreali immagini della campagna rinascimentale del brand, sa unire classico e contemporaneo come nessun altro.

Sul futuro del brand è difficile fare previsioni a lungo termine, la moda cambia a velocità supersonica. Gucci però fino ad ora è riuscito a catturare la generazione z come nessun altro. Ha considerato Instagram come un’estensione del brand stesso e non uno strumento di marketing, capace di offrire ai giovani ciò che desiderano. Tra i brand che stanno seguendo lo stesso percorso anticonvenzionale di Gucci troviamo Balenciaga, Vetements e Louis Vuitton che devono grazie ai loro direttori creativi.