Elmgreen & Dragset, The Whitechapel Pool, 2018, Installation view, Courtesy of Whitechapel Gallery, Photo: Doug Peters

Michael Elmgreen (Copenhagen, 1961) e Ingar Dragset (Trodheim, 1969) sono degli artisti di fama mondiale che lavorano insieme dal 1995 e che vivono a Berlino. Dopo aver esposto in numerosi musei internazionali, Elmgreen & Dragset “approdano” alla Whitechapel Gallery di Londra con This is how we bite our tongue, una personale a cura di Laura Smith e realizzata grazie al sostegno di Phillips che chiuderà il 13 gennaio 2019.  

A quattro anni dalla grande mostra al Victoria and Albert Museum di Londra, Elmgreen & Dragset tornano nella capitale inglese con l’immancabile irriverenza e ironia che da sempre ne contraddistingue l’operato. La trasformazione e il paradosso sono solo alcune delle tematiche predilette dal duo scandinavo, le quali diventano spesso il pretesto per dare vita a dei progetti al limite dell’inverosimile. Per meglio intenderci, gli Elmgreen & Dragset sono stati coloro che nel 2012 a Elsinore hanno “attribuito un fidanzato” alla Sirenetta di Copenaghen, realizzando Hen, una scultura in acciaio inox che rappresentava un ragazzo seduto su uno scoglio, imitando volutamente la posa della sirena originale.

Il 27 settembre alla Whitechapel Gallery di Londra si è aperta This is how we bite our tongue, a cura di Laura Smith, che presenta al pubblico numerosi interventi scultorei, oltre ad una grande installazione che sorge e stravolge l’intero piano terra del museo. Proprio lì è stata costruita l’opera site-specific The Whitechapel pool, una vasta piscina abbandonata che intende rifarsi all’ormai avvenuta trasformazione di un quartiere popolare come l’East End londinese in una zona abitativa di pregio, con tutte le conseguenze sociali ed economiche che ne sono derivate. «L’East London ha vissuto un’intensa gentrificazione negli ultimi dieci anni», spiegano Michael Elmgreen e Ingar Dragset. «I bar in cui erano soliti ritrovarsi gli artisti sono stati chiusi, i loro studi sono stati tramutati in lussuosissimi loft. Allo stesso tempo, i quartieri più poveri hanno subito l’effetto di strategie politiche eccessivamente rigide. La nostra piscina abbandonata parla per l’appunto di questa metamorfosi delle comunità locali, ma si riferisce anche ad un cambiamento dei valori, proponendo così una riflessione a proposito delle difficoltà di adattarsi a tali sfide, sia come esseri umani, sia come cittadini».

Tutto sommato la coppia professionale non è per niente nuova a questo tipo di operazioni invasive, è sufficiente pensare a quando nel 2005 hanno trasformato la Bohen Foundation di New York in una stazione metropolitana. Emblematica in questo senso è senza dubbio anche una loro serie artistica del passato (ma ancora in evoluzione), a cui gli artisti devono probabilmente gran parte della loro fama: parliamo di Powerless Structures, installazioni che insistono sul ribaltamento dello spazio e della fisica con l’intenzione – a volte polemica, a volte ironica – di creare contesti paradossali. Ne troviamo degli esempi in This is how we bite our tongue, con opere posizionate attorno alla piscina e nei due piani della Galleria. È il caso di Gay Marriage (2010) – due orinatoi uniti da un tubo di scarico aggrovigliato – ma anche di Too Heavy (2017), un’enorme roccia in alluminio che appesantisce un trampolino.

 

 

Elmgreen & Dragset
This is how we bite our tongue
Dal 27 settembre 2018 al 13 gennaio
Whitechapel Gallery
77 – 82, Whitechapel High Street
E1 7QX Londra
www.whitechapelgallery.org
Da martedì a domenica dalle 11 alle 18