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Mike Nelson e il tempo sospeso alle OGR di Torino

Mike Nelson è nato a Loughborough (UK) nel 1967 ed è uno dei maggiori artisti inglesi della scena contemporanea. Nel 2011 ha rappresentato la Gran Bretagna alla Biennale d’Arte di Venezia ed è stato candidato due volte al Turner Prize. Oggi presenta un’altra originale opera d’arte che si è svelata al grande pubblico durante le giornate di Artissima. 

Dal 2 novembre 2018 al 3 febbraio 2019 le OGR – Officine Grandi Riparazioni di Torino – ospitano la prima mostra personale di Mike Nelson in un’istituzione italiana intitolata L’atteso, a cura di Samuele Piazza. L’artista inglese è solito creare installazioni su larga scala che esistono solo per la durata della mostra per cui sono state concepite, poi vengono smantellate. Egli interviene nei luoghi sconvolgendone lo spazio, dà vita a scenografie immaginarie, oppure costruisce ex-novo edifici finti carichi di emotività; per questo motivo le sue opere sono spesso caratterizzate da costi di produzione assai alti e da tempistiche di realizzazione altrettanto lunghe. Nelson è attratto dai labirinti che ha riprodotto in diverse occasioni, è il caso per esempio di The Coral Reef,  un’opera costituita da una serie di sale – presentate per la prima volta nel 1999 alla Matt’s Gallery di Londra – in cui i visitatori sono stati costretti a muoversi ansiosamente tra corridoi cupi e anfratti claustrofobici.

Il Binario 1 dell’ex officina dei treni torinese è completamente trasformato da una grande installazione site-specific che rende quasi irriconoscibile lo spazio e che genera una sensazione a dir poco straniante nel visitatore. Quest’ultimo non è costretto a seguire un percorso predefinito come avviene generalmente nelle mostre tradizionali, ma può crearne uno personale: egli è libero di esplorare gli elementi che compongono la scena alla ricerca di indizi necessari per costruire la propria interpretazione. Il titolo L’atteso fa riferimento all’atmosfera enigmatica e “congelata” che caratterizza questa installazione, la quale per certi versi può ricordare più un set cinematografico. Emergono le tematiche del viaggio e della mobilità – da concepire sia in senso reale, sia metaforico – per giunta tanto care a Nelson, le quali si sposano anche perfettamente con la cornice delle OGR in cui per un secolo si sono riparati i treni.

Mike Nelson, L’Atteso, 2018
Installation view at OGR – Officine Grandi Riparazioni, Turin.
Courtesy the artist. Photo: Andrea Rossetti ph. for OGR

Nel foyer delle Officine Nord si trova Untitled (intimate sculpture for a public space) del 2013, un sacco a pelo appoggiato a terra racchiuso entro una teca appartenuto all’ex collaboratore Erlend Williamson, con cui Nelson aveva condiviso la passione per l’arte e per l’alpinismo; un omaggio a un amico venuto a mancare diversi anni fa proprio mentre stava raggiungendo l’artista durante una scalata.

Come già accennato, il Binario 1 delle OGR è invece occupato dalla grande installazione intitolata L’atteso, la quale di fatto costituisce il corpus centrale dell’esposizione. Su un pavimento completamente ricoperto da detriti e materiali di risulta, sono posizionate venti automobili ricoperte di polvere in stato di abbandono. Non è chiaro perché le macchine si trovino così, tuttavia passeggiandovi attorno è possibile scorgere indizi che in qualche modo possono fornire dettagli in più delle persone che hanno vissuto quegli abitacoli. A ben osservare, si intravedono gratta e vinci sui sedili, mozziconi di sigaretta nel posacenere, attrezzi da lavoro e addirittura si può ancora udire la musica proveniente da alcune autoradio lasciate inavvertitamente (o appositamente?) accese come testimonianza di vita passata. Si tratta quindi di oggetti che raccontano frammenti di storie appartenute a personaggi di cui non conosciamo l’identità, ma che possiamo solo provare a immaginare. L’ambiente è buio, o comunque è illuminato da poche sorgenti di luce, ed è misterioso a tal punto da trasportare il visitatore in una dimensione temporale e spaziale che sembra quasi sospesa. Un limbo fisico ed emotivo carico di fascino e complessità, degno delle migliori sceneggiature noir di Dario Argento o di Michelangelo Antonioni. Per concludere, ancora una volta Mike Nelson ha dato prova di riuscire magistralmente a trasformare in modo radicale lo spazio in cui interviene e allo stesso tempo di dialogarci.

 

Mike Nelson

L’atteso

a cura di Samuele Piazza

2 novembre 2018 – 3 febbraio 2019

OGR – Officine Grandi Riparazioni

Corso Castelfidardo 22, Torino

www.ogrtorino.it

Manuela Valentini

Arte&Cultura

Manuela Valentini lavora tra Roma e Bologna. Laureata in Storia dell’Arte Contemporanea all’Università di Bologna, è curatrice indipendente di mostre d’arte contemporanea in Italia e all’estero. Tra i vari progetti realizzati, si ricorda New Future – una collettiva promossa da Visioni Future, MAMbo e BJCEM – durante la quale sono stati presentati i lavori di tredici artisti visivi selezionati al W.E.Y.A World Event Young Artist di Nottingham. Ha inoltre curato un focus a proposito dell’arte giovane italiana in occasione di Mediterranea 16, la sedicesima edizione della Biennale dei Giovani Artisti del Mediterraneo. Infine, nel 2014 ha portato un’installazione di Marcos Lutyens in esposizione al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna. Iscritta all’ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna, si è occupata di due rubriche (Ritratto del curatore da giovane e L’altra metà dell’arte) per Exibart – per cui continua a scrivere – ma l’esordio in ambito giornalistico è avvenuto nel 2010 sulle pagine culturali de Il Resto del Carlino.

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