Ricevere un consiglio ed essere influenzai da un amico è sempre molto diffuso. Questi li possiamo catalogare con il termine influencer. Questo termine oramai è diffusissimo sui social ed è diventato un vero e proprio lavoro per molti. Influencer vuol dire qualcuno che influenza le tue opinioni, la tua vita, le tue decisioni ecc. Solitamente viene affibbiato a personaggi più o meno famosi che vantano di un gran numero di follower sui propri social. Oggi però sono nati i ”microinfluencer”, ovvero coloro che si rivolgono a un pubblico più ristretto, nell’ordine delle decine o centinaia di migliaia di seguaci. Infine però troviamo un’altra categoria, ancor più piccola, i ”nanoinfluencer”.

Cosa sono i nanoinfluencer

Ultimi, ma non per questo meno importanti. Con un pubblico che oscilla tra i 1.000 e i 5.000 follower, i nanoinfluencer hanno dalla loro un vantaggio non da poco: non vengono percepiti dal pubblico come professionisti del settore e quindi ricevere un consiglio da loro è come riceverlo da un amico.  Inoltre questi hanno più engagement con i propri seguaci e sono più gestibili dai brand che li scelgono per generare interesse verso i propri prodotti. I nanos, non hanno tariffe alte, ma chiedono piccole commissioni o prodotti gratuiti in cambio dei loro post #ad.

Come ha spiegato Mae Karwowski al New York Times, chief executive di Obviously, un’agenzia di marketing specializzata nei rapporti con gli influencer, il concetto fondamentale è che “tutti abbiamo tra i nostri amici quello popolare sui social network, che colleziona like e commenti semplicemente per il fatto che i suoi contenuti sono apprezzabili da un pubblico molto ampio”. E mentre con i top influencer si parla di mercato saturo, il vantaggio di essere un nanos sta nel fatto che le possibilità di crearsi una propria nicchia di mercato sono molte di più.

Le modalità sono sempre le stesse si viene contattati dai brand, spesso e volentieri direttamente nei direct di Instagram, e da lì parte la collaborazione. Insieme al prodotto da recensire, le aziende inviano ai nanos linee guida e istruzioni sul modo migliore per condividere il contenuto (parole chiave, hashtag, possibili caption e timing specifici).