Le mostre di febbraio. Cosa vedere a Madrid, Bologna, Firenze e Napoli
Fotografie, installazioni, dipinti e molto altro ancora. Febbraio offre un programma estremamente ricco in quanto a mostre ed eventi d’arte. Si parte dalla più lontana Madrid con ARCO – la fiera che ogni anno accoglie migliaia di visitatori – per approdare nella più centrale Bologna con le fotografie di Thomas Struth al MAST, per proseguire con la grande personale di Antony Gormley agli Uffizi di Firenze e terminare nella soleggiata Napoli con lo stile inconfondibile di Marc Chagall. Vediamole insieme…
ARCOmadrid 2019
Un’ottima fiera d’arte contemporanea, sia per la qualità degli espositori e delle opere, sia per gli eventi collaterali che contribuiscono ad accendere la movida madrileῆa. Giunta alla trentottesima edizione, ARCO si svolgerà anche quest’anno dal 27 febbraio al 3 marzo in Avenida del Partenón 5 a Madrid. 203 gallerie provenienti da 31 paesi del mondo, di cui il 40% presenterà uno o due artisti di diverse generazioni, nel tentativo di confermare la fama dei più grandi e allo stesso tempo di scoprire nuovi talenti. Inoltre, la fiera consolida il suo legame con la cultura latino-americana elevando il Perù ad ospite d’onore. Infatti, questo paese sarà presente sotto forma di diverse iniziative organizzate nei principali musei e centri d’arte della città. Tra le gallerie partecipanti, venti rappresentano delle novità – tra cui Meyer Riegger, Rodeo, Timothy Taylor e Edward Tyler Nahem – laddove tante altre big confermeranno invece la loro presenza: Galleria Continua, Carlier Gebauer, Chantal Crousel, Esther Schipper, Gregor Podnar, Hauser & Wirth, König Galerie, Raffaela Cortese e Thaddaeus Ropac.
THOMAS STRUTH AL MAST DI BOLOGNA
Nature & Politics è il titolo della mostra dedicata a Thomas Struth (1954, Geldern), aperta fino al 22 aprile al MAST di Bologna (Via Speranza, 42). Il celebre fotografo tedesco espone nella PhotoGallery dell’avveniristica struttura bolognese venticinque grandi immagini a colore che si concentrano sul legame esistente tra innovazione e attività umana. Realizzate nel 2007 in vari luoghi industriali e di ricerca scientifica di tutto il mondo, le opere in mostra intendono mettere «in discussione il rapporto tra queste due categorie e lo sviluppo della tecnologia come promessa unica del progresso umano». Thomas Struth prosegue nella spiegazione: «Più di recente ho aggiunto a questo filone tre opere eseguite all’ospedale universitario della Charité di Berlino, che riguardano il rapporto diretto tra corpo umano e tecnologia e il tema della mortalità. In questo ambito, desidero indagare i processi attraverso i quali operano l’immaginazione e la fantasia». «Con queste immagini – spiega Urs Stahel, curatore della mostra – Struth si muove in zone proibite, in mondi in cui l’accesso ci è solitamente precluso, e ci mostra una serie di sperimentazioni scientifiche e ipertecnologiche, di nuovi sviluppi, ricerche, misurazioni e interventi che in un momento imprecisato, nel presente o nel futuro, in modo diretto oppure mediato, faranno irruzione nella nostra vita e ne muteranno il corso”.
ANTONY GORMLEY AGLI UFFIZI
Nella classifica dei 500 artisti più quotati al mondo è al diciottesimo posto e nella top 100 delle opere vendute all’asta la sua A case for an Angel I del 1989 svetta al trentunesimo posto. Parliamo di Antony Gormley, l’artista inglese che dal 26 febbraio sarà protagonista di un’ampia retrospettiva alle Gallerie degli Uffizi di Firenze intitolata Essere. La mostra avrà luogo in particolare nell’aula Magliabechiana del museo e riunirà quindici opere realizzate in diversi materiali e dimensioni, allo scopo di esplorare il corpo nello spazio e il corpo come spazio. La maggior parte delle sculture saranno collocate nelle nuove sale al pian terreno, altre due invece troveranno un felice accostamento con la collezione storica e un’altra ancora andrà ad impreziosire la terrazza. «L’uomo è al centro dell’esperienza – afferma il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt – ma Gormley rifiuta ogni mimesi, ogni scontato riferimento casuale alla Natura. Le sue creazioni in ghisa, acciaio, tessuto, cemento e argilla interagiscono in modo coinvolgente con lo spettatore, diventando oggetti-soggetti che attirano l’attenzione, offrendo stimoli inaspettati per azione e reazione riflesse e affrontando il digitale con il rendere fisico il pixel». Fino al 26 maggio.
CHAGALL. SOGNO D’AMORE
Dopo il successo di Escher, il Gruppo Arthemisia torna a Napoli per organizzare e produrre un’altra mostra dal sapore magico: Chagall. Sogno d’amore, ospitata nella straordinaria cornice della Basilica della Pietrasanta a partire dal 15 febbraio. In esposizione 150 opere tra dipinti, disegni, acquarelli e incisioni che raccontano la vita, il percorso artistico e l’amore incondizionato per la moglie Bella. Un’ottima occasione per ammirare dei dipinti provenienti da collezioni private e pertanto di difficile accesso per il grande pubblico. Curata da Dolores Duràn Ucar, la mostra offre una panoramica completa a proposito dei temi più cari all’artista russo (1887 – 1985): si parte dai ricordi dell’infanzia, per attraversare fiabe, poesie, religione e guerra, interpretate da personaggi alle volte di finzione, alle volte no. E’ proprio la mescolanza tra immaginazione e realtà a costituire il principio fondamentale della sua poetica, laddove allo spettatore viene lasciato il compito di individuare i limiti tra l’una e l’altra. In concomitanza con Chagall. Sogno d’amore, nella cripta e nel sottosuolo della Basilica della Pietrasanta, sono aperte nel Lapis Museum anche le mostre Sacra Neapolis – culti, miti, leggende in collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli (fino al 15 settembre), e Napoli: storia, arte, vulcani con l’Osservatorio Vulcano (fino al 30 marzo). I biglietti si possono anche acquistare on-line alla pagina http://www.ticket.it/chagall