Geert Goiris in mostra alla Banca di Bologna
Anche quest’anno Arte Fiera porta con sé un fiorire di eventi legati all’arte contemporanea a Bologna, i quali rientrano perlopiù nel programma di ART CITY. Tra i main projects spicca senz’altro Terraforming fantasies, la prima personale in Italia del fotografo e videomaker belga Geert Goiris (Bornem, BE, 1971), a cura di Simone Menegoi e Barbara Meneghel.
Inaugurata il 29 gennaio nel Salone della Banca di Palazzo De’ Toschi (Piazza Minghetti 4/D), l’esposizione si è da subito distinta per la qualità della curatela, delle opere e per l’innovativo allestimento realizzato appositamente dall’architetto Kris Kimpe, collaboratore abituale dell’artista. I visitatori sono “catapultati” in un’esperienza immersiva resa possibile grazie a moduli espositivi esagonali – alcuni chiusi, altri aperti e accessibili – che ospitano sulle proprie pareti fotografie di varie dimensioni e video. Non vi è un percorso obbligato, piuttosto si è scelto di lasciare libertà agli spettatori nella fruizione delle immagini. Da evidenziare è anche la stretta connessione tra la mostra bolognese e la personale di Goiris alla Royal Academy of Fine Arts, che ha avuto luogo ad Anversa (città in cui il protagonista vive e lavora) tra novembre e dicembre del 2018: egli, infatti, ha lavorato ai due progetti parallelamente, creando delle opere che coincidono soprattutto in quanto a contenuti.
Veniamo ora al tanto complicato titolo della mostra (“Fantasie di terraformazione”) – che prende le mosse da una videoinstallazione inclusa in essa – e tentiamo di spiegarne il significato, avvalendoci anche dell’aiuto dell’artista stesso… Il termine ‘terraformazione’, di creazione recente, si riferisce alla possibilità di rendere simili alla Terra, e dunque abitabili per gli esseri umani, pianeti diversi dal nostro modificandone chimicamente l’atmosfera. Un’ipotesi fantascientifica che probabilmente nasce da un reale timore riguardo allo stato di salute della stessa, oggi più che mai minacciata da una catastrofe ecologica incombente. Goiris spiega: «È fuorviante pensare alla “terraformazione” a questo stadio. In sé e per sé è un concetto interessante, ma manchiamo assolutamente della tecnologia e delle risorse (per non parlare dell’etica) per realizzarlo. Sognarlo, comunque, è profondamente umano: ambizioso, e allo stesso tempo tragicamente lontano dalla realtà». L’allestimento stesso della mostra è legato a questo tema: «La scenografia porta nello spazio una costellazione di oggetti estranei. L’intervento è, in una certa misura, inadatto, una forma di colonizzazione. Il mio intento (e la mia speranza) è che parli anche di caratteristiche umane come la meraviglia, la curiosità, la perplessità, eccetera. Scegliendo accuratamente le immagini e presentandole in un’accurata scenografia, miro a immergere lo spettatore in un mondo parallelo, una realtà prossima alla nostra ma che non coincide esattamente con essa».
La ricerca fotografica di Geert Goiris si concentra perlopiù sul paesaggio, pur senza escludere gli interni e la figura umana. Sia che si confronti con gli angoli più remoti della terra, sia con i luoghi più familiari, l’artista risulta abile nel tramutare i soggetti delle sue fotografie in elementi sospesi ed enigmatici che sembrano giungere da un altro pianeta. Un risultato ottenuto grazie a delle scelte tecniche e stilistiche singolari che si basano principalmente sull’uso di una macchina fotografica di grande formato e di pellicole speciali (ortocromatiche, per riprese aeree, a infrarossi). In conclusione, possiamo dire che le opere di Goiris rappresentano una sintesi perfetta tra preparazione e casualità, perché se da una parte l’artista si muove con la precisione di un vero professionista, dall’altra predilige tempi di esposizione molto lunghi che lasciano spazio all’imprevedibilità.
GEERT GOIRIS
TERRAFORMING FANTASIES
a cura di Simone Menegoi e Barbara Meneghel
Salone Banca di Bologna – Palazzo De’ Toschi
Piazza Minghetti 4/D, Bologna
29 gennaio | 24 febbraio 2019
Orari di apertura:
giovedì e venerdì: 15-19
sabato e domenica: 11-18
Chiuso lunedì, martedì e mercoledì
Ingresso libero