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Ricordiamo il designer Alessandro Mendini: ci lascia il “Geppetto” italiano

E’ morto a Milano, all’età di 87 anni, Alessandro Mendini, l’architetto che rivoluzionò il mondo del design, portando ironia e originalità con le sue opere.

Alessandro Mendini era ancora in piena attività, nello studio di via Sannio, da cui dirigeva, insieme al fratello Francesco, il famoso Atelier, e da cui sono usciti i pezzi unici del famoso designer italiano.

Un uomo e le sue opere

La poliedricità segnò la sua vita e molti aspetti della sua creatività. In una lunga intervista al Corriere Della Sera, si definì un Geppetto, che con le sue mani crea la vita. Mendini di cose ne ha inventate tante: dalla famosa poltrona Proust (1978) alle collezioni per Alessi come il cavatappi Anna G (1994), il macinapepe Anna Pepper (1996) e la Lampada Amuleto (2013). Mendini fu attivo anche in campo architettonico. Tra le opere più famose ricordiamo la Torre dell’orologio a Gibellina Nuova, la nuova piscina olimpionica a Trieste, il teatro comunale Pietro Aretino di Arezzo, la Torre del Paradiso a Hiroshima e la realizzazione della metropolitana di Napoli (Salvator Rosa, Università e Materdei). Fu co-fondatore e teorico del movimento Alchimia negli anni Settanta e protagonista di molte altre correnti come Global Tools a Memphis

Alessandro Mendini era un uomo estremamente elegante, sempre vestito con camicie abbottonate fino al collo, spesso in scarpe da tennis. Non mancava mai ad eventi importanti come la Design Week e nelle gallerie d’arte. Nel 2011 fu sua la Triennale di Milano intitolata “Quali cose siamo”.

Di lui resteranno sicuramente le folgoranti autodefinizioni: “Che cosa sarei diventato se non avessi fatto il designer. Sarei stato un perfetto pentito: ancora oggi io sono fatto d’aria, di colore e di ripensamenti“.

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