Dal 13 giugno 2019 al 6 gennaio 2020 la Reggia di Venaria ospita, nella Citroneria delle Scuderie Juvarriane, la mostra dedicata a David LaChapelle. La mostra è una grande monografica di David LaChapelle, uno dei più noti fotografi e registi contemporanei a livello mondiale. In parete scorre una galleria privata di ritratti di suoi grandi amici (i fratelli Michael e Janet Jackson, Hillary Clinton e Muhammad Ali, Jeff Koons e Madonna, Uma Thurman e David Bowie…) insieme agli scatti delle sue recentissime ricerche che lo hanno portato a sviluppare una dimensione più privata e filosofica, i valori assoluti. La religione, la sensualità e la sessualità, il passare del tempo, il rispetto per la natura: il tutto è svolto nella maniera onirica, linguaggio tipico del fotografo americano.

LaChapelle, una carriera stellare

Iniziata l’attività di regista di videoclip musicali, nel 2005 ha diretto il documentario Rize, premiato al Sundance Film Festival. Il lavoro, girato nei sobborghi periferici di Los Angeles illustra le nuove forme di ballo (tra cui il Krumping) esplose nei ghetti neri della città.

Le celebrità che hanno posato per lui sono moltissime, fra le quali spiccano (citate dallo stesso David come sue muse ispiratrici): Courtney Love, Pamela Anderson e la transessuale Amanda Lepore. Inoltre artisti come Angelina Jolie, Madonna, Benicio del Toro, Tupac Shakur, Marilyn Manson, Elizabeth Taylor, Carmen Electra, Björk, River Phoenix, Tori Amos, Drew Barrymore.

Ha fotografato le celebrity più note dello star system, calandole nel suo patinato mondo onirico dai colori sgargianti. Ha creato ritratti che sono un punto d’incontro tra l’advertising puro e la pop art. Poi, nel 2006 la svolta.

Folgorato dai capolavori di Michelangelo ammirati nella Cappella Sistina, David La Chapelle decide di darsi completamente all’arte.

Le sue opere colpiscono per le tinte forti, incuriosiscono per la scelta dei soggetti e a volte fanno discutere per la rivisitazione di temi sacri come la natività, il diluvio universale o la resurrezione. In tutti i suoi lavori La Chapelle non fa altro che mostrare il suo punto di vista surreale, colorato e ironico. Allo spettatore la scelta  di entrare  in questo mondo sgargiante, eccessivo e forse un po’ kitsch.