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Romamor. Cinquant’anni di Anne e Patrick Poirier a Villa Medici

Fino al 5 maggio Villa Medici (Roma) ospita Romamor, la prima monografica della coppia di artisti francesi Anne e Patrick Poirier in Italia, a cura di Chiara Parisi. L’evento si pone come ultima tappa dell’interessante programma espositivo ideato da Muriel Mayette-Holtz – direttrice dal 2015 al 2018 – che ha visto alternarsi dal 2017 alcuni grandi nomi del panorama artistico femminile, tra cui Annette Messager, Yoko Ono e Tatiana Trouvé.

ROMAMOR, 2019
néon rouge / neon rosso
180 cm
courtesy Anne et Patrick Poirier

Quasi una dichiarazione d’amore per la nostra capitale quella che va in scena a Villa Medici, grazie allo splendido lavoro eseguito da Anne (1941, Marsiglia) e Patrick Poirier (1942, Nantes) per la loro prima monografica italiana, aperta fino al 5 maggio all’Accademia di Francia a Roma. Infatti Romamor non è soltanto il titolo della mostra, ma anche un grande neon collocato sotto al portico dell’Atelier Balthus in omaggio a una città che per loro è stata importante sia dal punto di vista artistico, sia etico. Vincitori del Grand Prix de Rome nel 1967, dopo aver frequentato l’Ecole des arts décoratifs di Parigi, Anne e Patrick soggiornarono infatti a Villa Medici dal 1968 al 1972 su invito dell’allora direttore Balthus; proprio lì decisero di avviare la propria carriera artistica insieme e di fondare una famiglia.

Ouranopolis, 1995
bois, plexiglas, polyuréthane, carton, ions, peinture, lentilles optiques, cuivre et verre / legno, plexiglas, poliuretano, cartone, ioni, pittura, lenti ottiche, rame e vetro
450 × 375 × 50 cm
courtesy Cragg Foundation, Wuppertal

In esposizione una ricca selezione di opere storiche (fine anni Sessanta, inizio Settanta) e altre realizzate appositamente per l’evento, dislocate tra il piano terra, primo piano e il giardino della splendida dimora antica. La loro ricerca si basa su tematiche attuali, nei confronti delle quali la coppia non manca di guardare con occhio critico: la fragilità del tempo, la memoria, l’identità umana e il fascino delle rovine. Gli stessi artisti hanno dichiarato in proposito: «Passiamo dall’ombra alla luce, alternativamente, dal nero al bianco, dall’ordine al caos, dalla rovina alla costruzione utopica, dal passato al futuro, e dalla introspezione alla proiezione. La duplice identità del nostro binomio di architetti-archeologi è ciò che consente questa erranza tra universi apparentemente lontani tra loro, dei quali cerchiamo le relazioni nascoste».

Le Songe de Jacob, 2010-19
néon, installation / neon, installazione
dimensions variables / dimensioni variabili
courtesy Anne et Patrick Poirier

L’opera sicuramente più imponente è Ouranopolis del 1995, una gigantesca navicella spaziale collocata ai piedi della scalinata delle antiche scuderie di Villa Medici. Sospesa al soffitto, la scultura “chiede” al visitatore di essere spiata mediante quaranta piccoli fori che lasciano intravedere altrettante sale di biblioteche immaginarie. Anne e Patrick parlano dell’amore che nutrono per questi luoghi depositari di memoria, fino a idealizzarli in edifici ellittici da trasportare verso mondi nuovi in fuga da una possibile catastrofe imminente. Proprio in corrispondenza dei gradini, Le songe de Jacob (2019) proietta lo spettatore ancora una volta in un universo poco familiare composto da nomi di costellazioni, scale fosforescenti e piume bianche che lo accompagnano sino alla sala successiva. Lì trova spazio Rétrovisions (2018), autoritratto tridimensionale della coppia che, in un’atmosfera dalle sfumature rosa, si riflette in uno specchio attorniato da vocaboli al neon che richiamano il concetto di utopia.

Romamor è disegno, fotografia, scultura e installazione, per mezzo dei quali i Poirier esprimono una riflessione a proposito della cultura di oggi che diventa purtroppo specchio di un mondo in frantumi. Un esempio assai calzante in questo senso è rappresentato da Surprise Party del 1996, un’installazione costituita da un mappamondo sgonfio e sbiadito appoggiato su un vecchio giradischi stridente che evoca una terra che gira al contrario e ormai logora. La mostra prosegue poi nell’incantevole giardino dell’Accademia con altre opere datate e monumentali che riflettono anche la grande sensibilità del duo artistico nei confronti della tematica ambientale, dimostrando per altro una notevole lungimiranza nei confronti di una problematica oggi più attuale che mai.

ROMAMOR
Anne et Patrick Poirier
Accademia di Francia a Roma – Villa Medici
dal primo marzo al 5 maggio 2019
a cura di Chiara Parisi

Académie de France à Rome – Villa Médicis
viale Trinità dei Monti, 1 – 00187 Roma
T +39 06 67611
www.villamedici.it

Manuela Valentini

Arte&Cultura

Manuela Valentini lavora tra Roma e Bologna. Laureata in Storia dell’Arte Contemporanea all’Università di Bologna, è curatrice indipendente di mostre d’arte contemporanea in Italia e all’estero. Tra i vari progetti realizzati, si ricorda New Future – una collettiva promossa da Visioni Future, MAMbo e BJCEM – durante la quale sono stati presentati i lavori di tredici artisti visivi selezionati al W.E.Y.A World Event Young Artist di Nottingham. Ha inoltre curato un focus a proposito dell’arte giovane italiana in occasione di Mediterranea 16, la sedicesima edizione della Biennale dei Giovani Artisti del Mediterraneo. Infine, nel 2014 ha portato un’installazione di Marcos Lutyens in esposizione al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna. Iscritta all’ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna, si è occupata di due rubriche (Ritratto del curatore da giovane e L’altra metà dell’arte) per Exibart – per cui continua a scrivere – ma l’esordio in ambito giornalistico è avvenuto nel 2010 sulle pagine culturali de Il Resto del Carlino.

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