Il mercato del falso d’arte, un mercato milionario e fatto di professionisti del settore. Celebra mezzo secolo di attività il comando Carabinieri del Tpc, Tutela patrimonio culturale, un ambito specializzato dell’Arma creato nel lontano 1969. Un unicum internazionale nel campo, indispensabile soprattutto in un paese come L’Italia, e composto da reparti “speciali” come quelli dedicati all’archeologia o all’antiquariato. Il settore più controverso, tuttavia, si rivela essere quello della Falsificazione e arte contemporanea.
Il falso d’arte, una bugia che costa milioni di euro
140 opere recuperate e sequestrate in un anno solo nel lazio, per un giro d’affari che supera i 70 milioni di euro. Tra le ultime scoperte, l’operazione sui falsi Modigliani, 20 opere su 60 sono risultate non autentiche, tra le tele esposte in una mostra a Genova. Il lavoro che c’è dietro non è affatto facile: la sezione si avvale di perizie scientifiche, analisi minuziose su colori e materiali che non intaccano il quadro: “I falsari sono una categoria unica, spesso si tratta di artisti che per necessità o bravura tentano il colpo: riescono anche ad anticipare le mode, riproducendo autori sconosciuti che poi a breve nelle aste diventano celebri“, dichiara Fabio Castagna, comandante della sezione Falsificazione che, con i suoi colleghi, tiene corsi e seminari sul tema. Ma esistono buone prassi per evitare il falso. «Prima di tutto, è incauto acquistare opere in luoghi pittoreschi, meglio affidarsi a collezionisti seri e gallerie d’arte – sottolinea il capitano -. E soprattutto si devono pretendere le certificazioni di provenienza delle opere, rilasciate da archivi legittimati». Le regole auree si possono leggere anche online grazie alla collaborazione tra Arma e ministero dei Beni culturali. Una cooperazione che include il bollettino Arte in ostaggio, con le foto delle opere sparite che i militari puntano a recuperare.