Julian Rosefeldt, Manifesto, 2015 © Julian Rosefeldt and VG Bild-Kunst, Bonn 2018

Cate Blanchett è la protagonista di un’affascinante installazione d’arte di Julian Rosefeldt (Monaco, 1965), ospitata fino al 22 aprile al Palazzo delle Esposizioni di Roma. In mostra tredici video dell’artista tedesco che confermano la sua sorprendente abilità nel muoversi tra la storia del cinema, la storia dell’arte e la cultura pop. Un mix vincente che gli ha consentito di inserirsi a pieno titolo nel panorama artistico internazionale. L’istituzione museale romana per la stagione invernale corrente ha proposto una serie di iniziative aventi per oggetto la comunicazione verbale e questa esposizione ne fa parte.  

Una mostra non solo da vedere, ma anche da sentire, da sperimentare. Perché Manifesto di Julian Rosefeldt è un’esperienza tutta da provare che VelvetMag prova a raccontare. Chi è abituato a frequentare le ampie sale del Palazzo delle Esposizioni si renderà conto che per accogliere la mostra in questione è stato necessario creare una struttura architettonica ad hoc molto particolare. Una volta varcata la soglia della Rotonda, si è catapultati in un ambiente illuminato solo dalle luci di parecchi schermi video e la sensazione iniziale è a dir poco straniante. Dove sono? Cosa sta succedendo? Quale il significato di tutto ciò?  Proviamo a spiegarlo…

Julian Rosefeldt, Manifesto, 2015 © Julian Rosefeldt and VG Bild-Kunst, Bonn 2018

La sala rettangolare comprende – come già accennato – tredici schermi di grandi dimensioni disposti in modo tale da consentire allo spettatore di seguire una proiezione alla volta, ma anche di percepire di tanto in tanto l’energia corale come atto primario del vivere comune. L’installazione è un omaggio ai Manifesti tipici del periodo novecentesco, grazie ai quali gli artisti proclamavano la fine di un’epoca affermando al contempo la nascita di una nuova visione dell’arte e di vita. Rosefeldt racconta per l’appunto alcuni Manifesti del Novecento per mezzo di tredici film (12 più 1 prologo) di circa dieci minuti ciascuno, in cui una sorprendente Cate Blanchett veste i panni di undici personaggi femminili e soltanto di uno maschile (nel prologo, più breve, l’attrice non compare). Inoltre, tutte le opere sono ambientate in contesti differenti. Per esempio in un video compare un senzatetto che vaga in una zona industriale abbandonata gridando frasi tratte dal manifesto surrealista; oppure in un altro un broker lancia proclami futuristi dalla Sala della Borsa; in un altro ancora un’amministratrice delegata sostiene le teorie del Vorticismo, del Cavaliere azzurro e dell’Espressionismo Astratto prendendo la parola a un party e così via…

Julian Rosefeldt, Manifesto, 2015 © Julian Rosefeldt and VG Bild-Kunst, Bonn 2018

Oltre a un notevole lavoro di regia – che implica scrittura scenica e riprese, soprattutto dall’alto – l’installazione è frutto anche di una laboriosa ricerca, selezione e studio dei testi storici dei manifesti del primo e del secondo Novecento, i quali, per l’esattezza, sono stati 50. Al Palazzo delle Esposizioni, insieme al biglietto, viene fornito anche un libretto con la traduzione in italiano del parlato che si consiglia vivamente di seguire per una corretta comprensione della mostra.

 

 

 

MANIFESTO | JULIAN ROSEFELDT

Palazzo delle Esposizioni, via Nazionale 194 – 00184 Roma

26 febbraio – 22 aprile 2019

Orari: Domenica, martedì, mercoledì e giovedì: dalle 10.00 alle 20.00; venerdì e sabato: dalle 10.00 alle 22.30; lunedì chiuso

Biglietti: Intero € 10; ridotto € 8

Informazioni e prenotazioni: Singoli, gruppi e laboratori d’arte tel. 06 39967500; www.palazzoesposizioni.it