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Chaussures Italiennes, prima mostra personale in Italia di Sylvie Fleury

Sylvie Fleury nasce a Ginevra, dove tutt’oggi vive e lavora; ha presentato mostre personali di enorme successo presso istituzioni artistiche internazionali a partire dai primi anni ’90 (possiamo citare nomi come la Neue Galerie am Landesmuseum di Graz, il MAMCO di Ginevra, il Migros Museum di Berlino o Le Consortium di Dijon). Dopo aver partecipato a moltissime mostre collettive tra cui la Biennale di Venezia e la Biennale di San Paolo, la Fleury  presenta la sua prima mostra personale in Italia, ovvero Chaussures Italiennes.

Nella splendida cornice dell’Istituto Svizzero di Roma, sarà possibile ammirare fino al 30 giugno le installazioni artistiche che coniugano modernità ed eleganza senza tempo. L’approccio di Fleury consiste in un’iniziale rappresentazione di una forma caratteristica che viene successivamente arricchita, ingrandita e sviluppata attraverso l’uso di diversi media. La forma, il colore e il graphic design di scarpe, rossetti, carrelli della spesa o delle riviste di moda diventano sistemi visivi di rappresentazione indipendenti e a sé stanti, entrando così in un nuovo ambito estetico.

Le opere di Sylvie Fleury re-inventano costantemente le nostre relazioni con le opere d’arte sfruttando un intelligente senso della messa in scena: un atto di rimozione di segni e oggetti, una deviazione di significato dei codici, prospettive o stili di vita e una forte evocazione del corpo tra presenza, perdita e assenza, intrattenendo una particolare relazione con lo spazio.
Mediante l’offuscamento dei confini tra arte e moda, il suo intento non è quello di aprire il mondo dell’arte a quello della moda, ma piuttosto di sottolineare le differenze fra i due: non si può vivere un’esperienza estetica osservando la moda. Gli oggetti, come le opere, chiamano in gioco l’intelletto e, allo stesso tempo, ci invitano a riflettere su cosa significhi il processo cognitivo della comprensione stessa.

In tal senso, i lavori di Fleury non sono un’appropriazione ma piuttosto una personalizzazione, nel senso che iene aggiunto qualcosa: “[…] oggigiorno il readymade è diventato un’opzione veramente aperta per gli artisti. Ci sono così tanti modi diversi per creare un readymade”, dice l’artista.
Il titolo della mostra è connesso, seppur non limitato, a un importante lavoro intitolato Retrospective: si tratta di una scarpiera nella quale l’artista ha inserito le sue scarpe con tacco alto più stravaganti, indossate durante i vernissage e le sue performance riepilogando, in parte, l’idea alla base della mostra.

Ulteriori Informazioni: 
Istituto Svizzero, Via Ludovisi 48, Roma
Dal 28/03/2019 al 30/06/2019
Per saperne di più: 

 

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