In punta di piedi, in una Roma che non ti aspetti
Bastano poco meno di 24 ore per scoprire che Roma può essere il contrario di tutto ciò che l’ha resa infaustamente celebre negli ultimi tempi. Bastano poche e facili mosse adatte a tutti per trovare una chiave di lettura di una città comunque straordinaria e che mai finisce di sorprendere. Proviamo a riassumere, qui per voi, partendo dall’inizio. Da Piazza Beniamino Gigli, dal 1880 sede del Teatro dell’Opera, per i romani familiarmente Il Costanzi, aperto da giovedì 28, con una super anteprima, fino a martedì 2 Aprile alla serata Philipp Glass: omaggio al famoso compositore americano, un genio della musica contemporanea, cosiddetta minimalista.
Tre le coreografie, tra cui Nuit Blanche, nuova creazione presentata in prima assoluta del giovane talento francese Sebastien Bertaud e pensata per il corpo di ballo del Teatro e per una coppia davvero molto speciale: l’etoile Eleonora Abbagnato, che di quel corpo di ballo è anche il direttore, e il suo partner, Friedemann Vogel, un asso della danza conteso da tutti i più grandi palcoscenici del mondo. E qui viene il bello che non ti aspetti, grazie ai costumi di scena, dei veri e propri vestiti haute couture firmati dalla leggendaria maison francese Dior e realizzati con grazia e tecnica magistrali da Maria Grazia Chiuri, primo direttore creativo di sesso femminile nella storia della Maison, un talento di acciaio foderato dall’immancabile sorriso di eterna ragazza innamorata della moda, dell’arte e di Roma.
Per il Costanzi e per il suo sovrintendete Carlo Fuortes, successo assicurato e accompagnato anche da un red carpet che unisce stampa internazionale, personaggi della Capitale (Roberto d’Agostino, tra questi) e influencer digitali (Chiara Ferragni). Sorprendente è anche il party post show, un trionfo di fiori allestito nel palazzo al Circo Massimo che ospita i magazzini e il laboratorio di scenografia del Teatro, vista sulla Roma Imperiale che taglia il fiato.
La Roma che in punta di piedi Maria Grazia Chiuri ci vuol far conoscere, gli ispiring places dove respirare il bello e decodificarlo in moda, si aprono ancora il giorno dopo, in una visita guidata organizzata con cura maniacale da Ifexperience.it, di Filippo Cosmelli e Daniela Bianco. Inizio ad effetto con affaccio dalle finestre della ex residenza di Mimì Pecci Blunt, leggendaria mecenate degli anni ’30, su Piazza del Campidoglio. Seconda tappa, la visita al monastero della Chiesa di Santa Cecilia, in Trastevere, per scoprire gli affreschi di Pietro Cavallini, cui si deve l’inizio della grande scuola romana.
Mentre è proprio alla statua di Santa Cecilia, conservata all’interno della Chiesa che si fa risalire l’ inizio della più sorprendente età artistica della Città, il barocco romano.
Terza tappa, Aventino dove ci aspetta il giardino famoso per la sua serratura che svela il Cupolone. Ma noi questa volta siamo dentro e, anzi, rischiamo di “impallare” la vista di chi, fuori, aspetta pazientemente il suo turno per buttare uno sguardo. Giardini ma anche Chiesa del Priorato, da poco restaurata e ricca di messaggi esoterici.
Ancora un luogo, e questa volta ad aprirsi per noi è l’atelier di Pietro Ruffo, uno degli artisti emergenti più importanti della Città eterna, autore anche della scenografia della sfilata dei 70 anni di Dior disegnata da Maria Grazia nel 2017.
Ultima sosta, Villa Albani a due passi da Piazza Fiume, con il suo straordinario giardino all’italiana e la collezione privata di opere d’arte della Famiglia Torlonia. Un’ emozione che vola alta, leggerissima e potente insieme a quegli abiti in tulle ricamati a mano, espressione massima di una couture che si fa cultura e che rende indimenticabile Roma.