Musica

Ultimo a briglie sciolte: la rabbia di Sanremo e il nuovo album

Da oggi, 5 aprile, il nuovo singolo di Ultimo, “Rondini al guinzaglio“, è ufficialmente in rotazione radiofonica. In contemporanea con l’uscita del nuovo album “Colpa delle favole”, frutto di un lavoro intenso di scrittura e di emozioni. Il giovanissimo cantante romano (classe 1996) è reduce dal debutto tra i Big del Festival di Sanremo, dove l’anno scorso aveva trionfato tra le nuove proposte con “Il ballo delle incertezze”. Non avevamo certo bisogno di una conferma del suo talento, dalle spiccate doti interpretative, una voce dal timbro inconfondibile e una verve nella scrittura. Una dote naturale quella di Niccolò Moriconi – è così che si chiama all’anagrafe – che ha sempre regalato alle sue canzoni i suoi sentimenti più profondi.

La sua carriera da cantante professionista è iniziata proprio con un gesto di cuore. Nel 2013 ha vinto un importante concorso canoro con “Regalami un sorriso“, brano scritto per i piccoli malati oncologici dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma. Da lì un’ascesa verso il successo, soprattutto tra i più giovani, che di lui apprezzano proprio la purezza delle emozioni in musica. Pianista eccellente, proprio seduto al “suo” strumento riesce a dare il 100% di se stesso, è Niccolò in tutte le sue sfumature più sincere.

Il nuovo singolo, “Rondini al guinzaglio”, è un ballata che nasce sussurrata. Una lettera aperta, in cui denuncia il bisogno di volare, come gli uccelli che canta, ma libero da ogni scherma e congettura. Celebra la necessità di rifugiarsi in un mondo scevro dai meccanismi asfittici della vita, dove è giusto anche sbagliare, dove si sente il rumore del mare.

Portami con te
Dov’è leggero il mio bagaglio
Dove mi ami anche se sbaglio
Dove vola e si ribella
Ogni rondine al guinzaglio

E Ultimo, giovane e un po’ ribelle, il guinzaglio non lo vuole, soprattutto alla sua musica. Per chi l’avesse dimenticata, la polemica post Sanremo lo ha ampiamente dimostrato. Arrivato secondo, dopo la rivelazione Mahmood, ha avuto un aspro scontro con i giornalisti. Non è mai tornato davvero sulla questione, se non per cercare di giustificare la sua reazione istintiva. Non ha mai accettato che il volere inequivocabile del televoto fosse stato ribaltato da una giuria di “critici” e, a suo dire, molto simili a ciarlatani. Ad oggi dichiara

Mi hanno dato del coatto, fascista, omofobo, ma la verità è che non sono niente di tutto questo. Ho pensato che chiedendo scusa sarei tornato a far parlare di me ma non della mia musica.

Ed è proprio la musica il centro della sua vita, ché tanto le persone cambiano, ma “Lei” resta sempre l’unica certezza immutabile. Ultimo, in fondo, è solo la metafora di un giovane che “ce l’ha con tutti, ma non ce l’ha con nessuno, perché in fondo ce l’ha solo con sé stesso. Per essere nato con la predisposizione a sentirmi colpito, un bersaglio incompreso. Avere creduto a insegnanti che già alle elementari mi davano del nullafacente“.

“Colpa delle favole” è il nuovo album ed il terzo dell’artista, che arriva dopo due singoli, il sanremese “I tuoi particolari” e “Fateme cantà”. Mentre è in uscita questo nuovo progetto discografico, incredibilmente, sono ancora in classifica i suoi due album precedenti: “Peter Pan” e “Pianeti”.

E’ colpa delle favole se Ultimo si è dimenticato di Niccolò troppo spesso. Se la vita, a volte, fa male e se la gente se ne va, anche quella che dice di amarti. E’ colpa delle favole se l’amore si impara in discoteca, se i giovani sono costretti a sognare di giorno, non più di notte, per scappare da una realtà imperfetta. Ma è anche colpa delle favole se, a volte, le parole bisogna urlarle, forti e chiare, anche se il pianoforte le abbraccia dolcemente, come il più tenero degli amori.

E’ un disco da divorare, tutto d’un fiato, perché una canzone non può esistere senza un’altra, incatenate da un filo invisibile di rabbia, amore, di tormento e ribellione. Menzione speciale a due tracce, fondamentali per comprendere l’intero mood: “Amati sempre” e “Fermo”. La prima è perfettamente in linea con la cifra stilistica di Ultimo, nostalgica e struggente. E’ il risultato di un’analisi, forse la famosa faccia della medaglia, quella che trovi sul retro e non vorresti vedere mai: la sofferenza dell’amore.

E prenditi qualcosa
Faccia pure signorina
Dai permettimi di farlo
Sono il solito cretino
Ma con la faccia da bugiardo
E con il cuore di un bambino
Sai sogno spesso di toccarti
Ma poi mi sveglio nel cuscino
E portati con te tutte le cose
Non guardarmi con quegli occhi
Sempre vivi nei miei testi
Che mi lanciano ricordi
Ma ancora adesso mi fa male

“Fermo” è invece il brano più breve dell’album. Un pezzo che distrae, ti porta lontano dal malessere dell’artista, ma proprio per questo ti fa apprezzare ancor di più le parole. Sembra quasi voler scindere l’artista Ultimo, dalla persona. Niccolò non è quello che Ultimo canta, almeno non solo quello. C’è un mondo da scoprire oltre le note, ma solo chi vuole davvero può arrivare a riconoscerlo.

Ma io non sono quello che scrivo in un testo
La musica esce ma non mi descrive
Io creo una canzone ma lei è vita che vive

Ultimo è tornato e lo ha fatto con una squadra di canzoni che raccontano l’inizio di un percorso, di cui non ancora vediamo la fine. Ma è la vita, sai cosa ti lasci dietro, tra le macerie di un amore finito e un inganno, però non sai cosa ti aspetta. Tira le somme con la traccia che chiude l’album, forse la più intima, un flusso di coscienza e di parole che non lascia indifferenti. E’ “La stazione dei ricordi”, che sembra urlare dal cuore mille pensieri.

Rido, guardo i miei difetti come fossero perfetti
Avessi gli occhi di mio padre proverei a ragionare
Ma sono nato con la voglia di strafare
E col bisogno di volare

Non chiedermi niente
Questa sera si sta bene
Porta un po’ dei tuoi ricordi
E dopo mescolali insieme

 

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