Prima un incontro atteso da tempo fra le autorità investigative. Quindi l’intesa tra Italia e Kenya. Obiettivo: collaborare per far luce sul rapimento di Silvia Romano, la volontaria milanese di 23 anni catturata il 20 novembre nel villaggio di Chakama, a circa 80 chilometri da Malindi.

L’incontro tra i carabinieri del Ros e la polizia locale – racconta sabato 13 aprile il Corriere della Sera – si è svolto due giorni fa a Nairobi. “Siamo sicuri che Silvia è viva, tutti i nostri sforzi sono concentrati nelle ricerche“, hanno assicurato gli investigatori keniani, consegnando poi ai carabinieri il fascicolo con gli atti raccolti sino ad ora.

Un cambio di strategia, dunque, dopo che qualche settimana fa – ricorda il giornale – il comandante del Ros Pasquale Angelosanto aveva inviato una lettera chiedendo per l’ennesima volta di poter inviare un nucleo speciale per collaborare alle indagini, ma non aveva ottenuto risposta.

A quel punto il pubblico ministero Sergio Colaiocco aveva deciso di procedere per rogatoria internazionale. A fronte di questa decisione le autorità keniane hanno cambiato atteggiamento, consentendo ai carabinieri di visionare il materiale raccolto sinora.

A cominciare dalle testimonianze di due uomini che avrebbero accettato di collaborare “rivelando dettagli che potrebbero essere preziosi per le ricerche”. Secondo la loro versione Silvia Romano sarebbe stata “ceduta a una nuova banda di criminali“. Oltre agli atti di indagine i militari hanno ottenuto anche il tracciato dei telefonini utilizzati dai rapitori. Alla polizia keniana è stato poi consegnato “un elenco di domande da rivolgere alle persone arrestate per misurare la loro attendibilità” e verificare quanto già raccolto dall’attività dell’intelligence.

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