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Isis: fermati a Palermo due “lupi solitari”, gravissime le accuse

Due giovani, un palermitano e un marocchino, sono stati arrestati con l’accusa di essere “lupi solitari” pronti a compiere attentati. Si sarebbero addestrati per mesi per compiere azioni terroristiche di sabotaggio preparandosi all’uso di armi. Ma anche allenandosi per raggiungere una preparazione fisica e militare idonea a combattere a fianco dei miliziani dell’Isis in Siria.

È una delle accuse che i magistrati di Palermo muovono a G. F., 25 anni, palermitano, e a O. G., marocchino. Le forze dell’ordine hanno fermato i due ragazzi per istigazione a commettere reati di terrorismo e autoaddestramento per compiere atti terroristici.

I due si sarebbero conosciuti su internet. Il giovane marocchino avrebbe spinto l’italiano alla “radicalizzazione”. Il palermitano vive ora a Brescia dove fa l’autotrasportatore. Gli inquirenti hanno monitorato la sua intensa attività di propaganda sui social.

Il giovane italiano ha anche avuto per alcuni mesi rapporti, tramite il web, con una jihadista americana che vive negli Usa. La donna gli forniva indicazioni riservate sulle zone teatro delle battaglie dell’Isis. Gli inquirenti stanno cercando di identificarla. Nei giorni scorsi, l’uomo, che si fa chiamare Yusuf, si è sposato a Brescia con una cittadina marocchina. L’inchiesta che ha portato ai fermi è stata coordinata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Marzia Sabella e dal pm Gery Ferrara.

L’Isis dalla Siria: “Abbiamo ucciso un italiano”

(notizia di archivio del 18 marzo 2019). L’Isis ha pubblicato sui social network immagini di un italiano ucciso dai propri miliziani in Siria. Si tratta di Lorenzo Orsetti, fiorentino, nato nel 1986. Il giovane – sostengono in Rete portavoce del sedicente stato islamico -, è stato ucciso durante una battaglia a Baghuz, in Siria, nel corso di un’imboscata.Secondo quanto riporta online l’agenzia di stampa Ansa, fonti di sicurezza italiane confermano la notizia della morte del trentenne fiorentino. L’Isis ha diffuso la foto del cadavere di quello che viene descritto come “il crociato italiano Lorenzo Orsetti”.

L’immagine, pubblicata sui social network da Aamaq, piattaforma di notizie legata all’Isis,mostra il viso e parte del busto della vittima, a terra. Accanto al volto appaiono le punte di due scarponi militari, probabilmente indossati dai miliziani dell’Isis autori dell’immagine. Orsetti combatteva nelle file delle milizie curde Ypg, legate al Pkk turco, contro i jihadisti dello Stato islamico. Era stato di recente intervistato da media italiani come un combattente volontario italiano a fianco dei curdi contro l’Isis.

“Mi dica cosa è successo… stavo sonnecchiando quando ho sentito il nome di Lorenzo e ho intravisto la sua fotografia al Tg3 della Toscana… Cos’è successo? E’ da ieri che Lorenzo non risponde al telefono”. Al telefono piange la signora Annalisa, mamma di Orsetti, riporta il sito web dell’Ansa.

Ancora non ha avuto notizie ufficiali e le chiede al primo giornalista che la chiama. “È un anno e mezzo che è partito, voleva aiutare un popolo oppresso – aggiunge – ma io non dormo più“. Orsetti si trovava a Baghuz, dove è in corso la battaglia contro le ultime sacche di resistenza dell’Isis: assieme al suo battaglione sarebbe caduto in un’imboscata e sarebbe rimasto ucciso nello scontro a fuoco.

 

Photo credits: Twitter

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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