Nelle ultime settimane si è assistito a un continuo crescere delle segnalazioni di epidemie di morbillo in giro per il mondo. Di recente un’epidemia si è scatenata a New York, ma ricordiamo anche i 1200 morti in Madagascar e i tanti casi gravi in Italia. Ma quali sono i motivi? Perché nel 2019 si continua ancora a parlare di una malattia che dovrebbe essere stata debellata?

Morbillo: importante saper riconoscere i sintomi

Il morbillo è un’infezione ad alto rischio di contagio causata da un virus del genere morbillivirus che si trasmette molto facilmente per via aerea. L’agente patogeno responsabile della malattia viene trasmesso dal soggetto malato ad un altro individuo sano tramite le goccioline infette, che vengono diffuse in tutto l’ambiente con i consueti colpi di tosse e/o starnuti.

La contagiosità ha inizio circa 2-3 giorni prima della manifestazione dell’eruzione cutanea e si protrae, in seguito, per altri cinque giorni a partire dall’inizio.

Si tratta generalmente di una malattia infantile, ma negli ultimi anni si assiste ad un contagio anche nei soggetti adulti.

Il sintomo principale è l’esantema che si presenta con le classiche macchie rosse in tutto il corpo. Gli altri sintomi, invece, sono simili a quelli di una normale influenza (febbre alta, tosse, mal di gola, naso che cola, lacrimazione).

Vaccino, vaccino e ancora vaccino

Non ci si stancherà mai di ripeterlo, i vaccini sono l’unica arma preventiva contro queste forme di malattia.

Una volta contratto tramite la vaccinazione, infatti, il virus conferisce un’immunizzazione definitiva. Cosa vuol dire questo? In poche parole significa che grazie al vaccino viene scongiurato il rischio di future manifestazioni.

Il vaccino contro il morbillo è stato introdotto in Italia negli anni 80 e ha permesso di ridurre di tantissimo la diffusione di questa malattia.  Si nota, infatti, come nei casi di epidemia che si verificano di frequente (di cui ne abbiamo citato qualcuno all’inizio) spesso tutto ha inizio da un soggetto non vaccinato. Casualità?