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Notre Dame, raccolta fondi dei vip del lusso. Gara di solidarietà anche in Italia

Rossini adotta Notre-Dame. C’è grande tristezza a Pesaro per l’incendio di uno dei luoghi sacri e monumentali più importanti del mondo. Ma Notre-Dame risorgerà e noi vogliamo essere subito vicini e solidali”. Lo scrive su Facebook il sindaco della città natale di Rossini Matteo Ricci.

“Ho appena scritto al presidente Emmanuel Macron, grande esperto e amante della musica di Rossini, ribadendogli il nostro invito al Rossini Opera Festival. Durante il quale organizzeremo una serata internazionale di raccolta fondi per la ricostruzione della cattedrale. La bellezza e il genio di Rossini, deceduto proprio a Parigi, per la bellezza e la cultura mondiale” conclude Ricci, che posta anche la foto della facciata di Notre-Dame quando Pesaro fu riconosciuta Città Creativa Unesco per la musica. Tra i commenti, quello del basso Nicola Alaimo, grande interprete rossiniano e pesarese d’adozione: “Se posso contribuire in qualche modo con la mia voce, contate su di me”.

Hanno già superato, intanto, la soglia dei 600 milioni di euro le donazioni per restaurare Notre-Dame, secondo un calcolo realizzato da Bfm-Tv. Tra le ultime, quella della famiglia Bettencourt-Meyers, tra le più ricche di Francia, eredi del colosso L’Oréal, che ha annunciato un aiuto di 200 milioni, di cui 100 attraverso la fondazione Bettencourt Schueller. Al momento si tratta del contributo più importante per restaurare la cattedrale danneggiata dalle fiamme insieme agli altri 200 milioni di euro promessi dal gruppo LVMH della famiglia Arnault.

La società di investimento della famiglia Pinault, Artemis, stanzierà 100 milioni di euro per partecipare alla ricostruzione della cattedrale. Lo ha annunciato il presidente del gruppo di lusso François-Henri Pinault (nella foto in alto con Salma Hayek): “Questa tragedia colpisce tutti i francesi e tutti coloro che sono attaccati ai valori spirituali. Di fronte a una tragedia, tutti desiderano far rivivere questo gioiello del nostro patrimonio il più rapidamente possibile.” Il presidente è a capo del gruppo di lusso Kering che a capo di marchi come Gucci e Balenciaga.

Un altro gruppo del lusso, Lvmh – che controlla tra gli altri Fendi e Bulgari – raddoppia. Duecento milioni di euro sono stati donati al fondo per la ricostruzione della cattedrale come ha annunciato la famiglia Arnault: “Il gruppo Lvmh, in solidarietà con questa tragedia nazionale, si unisce alla ricostruzione di questa straordinaria cattedrale, simbolo della Francia, del suo patrimonio e della sua unità”. Il gruppo, prima ricchezza di Francia, ha annunciato anche di mettere a disposizione “tutte le sue squadre di creatori, architetti, finanzieri, per aiutare nel lungo lavoro di ricostruzione e di raccolta di fondi“.

Anche Capgemini Group, società attiva nella consulenza informatica, ha deciso di contribuire alla ricostruzione della cattedrale di Notre-Dame donando un milione di euro. L’annuncio è arrivato da Paul Hermelin, presidente e amministratore delegato: “Siamo molto scossi. Come azienda internazionale nata in Francia abbiamo voluto essere solidali e supportare lo sforzo che la nazione sta facendo per ricostruire questo capolavoro del patrimonio dell’umanità”. Il gruppo francese Total, infine, ha annunciato un “dono speciale” di 100 milioni di euro per il restauro della cattedrale parigina: lo ha scritto su Twitter l’amministratore delegato del gruppo petrolifero Patrick Pouyanné.

Photo credits: Twitter

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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