No all’aumento dell’Iva, ma rispettando i saldi di finanza pubblica. È questa la linea che dovrebbe emergere dalla risoluzione del Documento di economia e finanza che sarà votata oggi 18 aprile alla Camera e al Senato e che, pur essendo ancora in fase di elaborazione, secondo i parlamentari di M5s e Lega conterrà l’impegno a portare avanti la riduzione delle tasse attraverso la flat tax.
Un progetto che rispecchia perfettamente il mantra della maggioranza giallo-verde: le tasse non devono aumentare e quindi l’Iva non si tocca. A dirlo è stato il vicepremier Luigi Di Maio: “Con questo governo non ci sarà nessun aumento dell’Iva, deve essere chiaro”, seguito a ruota dal collega Matteo Salvini: “L’Iva non aumenterà. Punto. Questo è l’impegno della Lega. Siamo al governo per abbassare le tasse, non per aumentarle come hanno fatto gli altri governi”.
In serata poi l’intervento, cauto, del ministro dell’Economia Giovanni Tria: “L’obiettivo è evitare l’aumento dell’Iva e proseguire la riforma fiscale anche dell’Irpef, dire nella compatibilità dei conti significa dire che gli obiettivi fissati in questo Def sono quelli dentro cui le misure devono essere disegnate”, ha detto il titolare del Mef, ricordando che l’anno scorso “in condizioni non tanto rosee” si sono trovati 12,5 mld per sterilizzare le clausole. Le risorse “ci sono sempre, l’importante è decidere dove metterle” e “la decisione è politica”.
Finché il M5S sarà al governo non ci sarà nessun aumento dell’Iva, al contrario – ha detto Di Maio, sottolineando che “l’obiettivo è ridurre il carico fiscale su famiglie e imprese. Serve la volontà politica. Noi ce l’abbiamo. Mi auguro che l’abbiano anche gli altri. Fermo restando che ci sono già soluzioni sul tavolo volte ad evitare un aumento”. Il ministro dell’Interno Salvini, poi, riferendosi a Giovanni Tria ha aggiunto che con la flat tax “si parte. Le idee ce le abbiamo già chiare. Il ministro dell’Economia da sempre deve avere nella prudenza la sua dote migliore, noi stimoleremo un po’ di coraggio”.
La commissione Bilancio di palazzo Madama riprenderà l’esame del Def oggi 18 aprile. Il provvedimento è previsto poi in Aula alle 15 per la discussione generale, mentre le dichiarazioni di voto sulle risoluzioni inizieranno alle 19 per arrivare al voto entro le 20. La risoluzione che la maggioranza sta mettendo a punto, e che sarà votata contemporaneamente alla Camera e al Senato, dovrebbe contenere le principali richieste di Lega e M5s: la flat tax, ma in un percorso di riforma che inizia dai ceti medi (come recita il compromesso tra Lega e M5S scritto anche nel Def), e un riferimento alle clausole Iva.
Nei giorni scorsi si ragionava su una formulazione ‘soft’, per evitare di legarsi troppo le mani con un “impegno” molto difficile da mantenere: sterilizzare le clausole in deficit, via che si è perseguita spesso negli anni scorsi, farebbe schizzare l’indebitamento decisamente oltre il 3% (il 3,4% nel 2020), e trovare le famose “misure alternative” attraverso la spending o la lotta all’evasione risulta “complesso”, come ha detto l’Upb, e incerto.
Quella sull’Iva è una battaglia che ha animato spesso il dibattito politico negli ultimi giorni. Dopo l’approvazione del Def da parte del Cdm e l’inserimento del progetto della flat tax nel testo, il ministro dell’Economia Tria ha sottolineato: “La riduzione dell’imposta imporrà l’aumento dell’Iva”, provocando le reazioni infuriate dei due vicepremier. Anche questa mattina, in audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, il titolare del Tesoro ha ribadito: “La legislazione vigente in materia fiscale è confermata (inclusi gli incrementi dell’Iva e delle accise dal 2020-2021) in attesa di definire, nei prossimi mesi, misure alternative”. Misure di cui, al momento, non si conosce il contenuto.
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