Come ogni anno, gli appassionati di cinema (e non), attendono con estrema trepidazione un evento, a tratti mondano, il Festival di Cannes. E’ inutile cercare di persuadervi nel credere che sia una delle manifestazioni più imperdibili dell’anno, perché a Cannes tutto ne conferma la grandezza. E finalmente è stato svelato, nel dettaglio, il programma dell’edizione dell’anno in corso, che si terrà dal 14 al 25 maggio. Partiamo dalla locandina, divulgata qualche giorno fa.
Su sfondo giallo, è evidente in primo piano un diretto omaggio all’eclettica regista belga Agnés Varda (scomparsa nel mese scorso). La donna, in equilibrio precario, è dietro la macchina da presa. Un’immagine che arriva direttamente dal set del suo film d’esordio, La Pointe Courte del 1955, poi presentato proprio al Festival di Cannes. Non sappiamo ancora se ci sarà un tributo concreto o delle proiezioni, in onore della regista, ma già questo è un messaggio chiarissimo ai cinefili.
Sono ben 19 i film in gara, variegati e con qualche sorpresa nella lista, sotto l’occhio attento di Alejandro G. Iñárritu, presidente di giuria. Tutti qualitativamente interessanti, almeno a giudicare dalle voci di corridoio. Il film di apertura del festival sarà The Dead Don’t Die di Jim Jarmush.
Altrettanto illustri sono gli ospiti che quest’anno riserverà il Festival francese, a partire da una triade di tutto rispetto: Pedro Almodovar, Ken Loach e Terrence Malick. Sono tutti e tre in gara, Almodovar con la sua pellicola Pain & Glory, in cui racconta la vita si Salvador Mallo, un regista, con un cast d’eccezione: Antonio Banderas, Penelope Cruz e Leonardo Sbaraglia. Ken Loach con il suo Sorry We Missed You ritorna sul tema della povertà e sulle differenze tra il proletariato e le classi subalterne. Malick invece, con Hidden life, racconta la storia di un uomo che, rifiutatosi di arruolarsi con l’esercito dei nazisti, viene ucciso da Hitler. Nel 2007 è stato beatificato dall’allora Papa Ratzinger.
In gara anche il brillante Xavier Dolan e tutti scommettono sulla sua vittoria (chissà perché…). Il canadese, ex bimbo prodigio, torna con una storia a metà tra l’amore (omosessuale) ed un’amicizia molto particolare, Matthias & Maxime. A gareggiare ci sarà anche una quota nostrana, Marco Bellocchio. Ritorna in gara con il film Il traditore. E’ la storia di Tommaso Buscetta, “il boss dei due mondi”, il primo pentito della storia, interpretato da Pierfrancesco Favino.
Quasi sicuramente, per la delusione di tutti coloro che lo aspettavano, non ci sarà Quentin Tarantino, con il suo nuovo film (attesissimo), C’era una volta a… Hollywood. La post-produzione è molto lenta e complessa perché, come ha spiegato il delegato generale del Festival Thierry Frémaux, “è una pellicola in 35mm“. In fondo all’articolo, la lista completa dei film in gara e i fuori programma (tra questi, uno con Monica Bellucci).
Grandi assenti in gara alla kermesse, le pellicole prodotte dal colosso della distribuzione via internet, Netflix. Il Festival di Cannes sembra essersi schierato nettamente contro quelle produzioni, seppur talvolta di altissima qualità. Le motivazioni? Il concetto stesso del film di Netflix è diametralmente opposto all’idea di cinema del Festival francese. I film del canale di streaming non sono distribuiti nei cinema, ma sono fruibili esclusivamente online, cosa che invece succede per gli altri lungometraggi in gara. Le regole sono state riviste, dato il precedente dell’edizione del 2017 (in cui parteciparono due produzioni Netflix, The Meyerowitz Stories e Okja). Il direttore della manifestazione, Theyry Fremaux, ha affermato
L’anno scorso, quando abbiamo selezionato i due film per il festival, ho pensato che avrei potuto convincere Netflix a pubblicarli nei cinema. Sono stato forse presuntuoso: hanno rifiutato.
Annunciata nelle ultime ore, la consegna della palma d’oro alla carriera ad un colosso del cinema, della Francia e dell’intero pianeta: Alain Delon. Questo 72esimo Festival di Cannes decide di incoronare – seppur non ne avesse bisogno – l’icona mondiale, la “faccia d’angelo” del cinema, ormai 84enne e con più di 80 film all’attivo.
Appartiene interamente al cinema, alle sue più belle opere e leggende, alla sua magnifica presenza nella storia del cinema.
Così il Festival giustifica il premio ma, giuriamo solennemente, di non aver mai avuto bisogno di conferme. Diretto dai registi che hanno dettato le leggi del cinema contemporaneo, da Godard a Melville, fino ai nostrani Luchino Visconti e Michelangelo Antonioni. Compagno di scena di attori del calibro di Lancaster, Montand, Sharif e donne dal fascino indimenticabile, come Romy Schneider, Claudia Cardinale, Ursula Andress, Monica Vitti. Fascinoso ma, con il suo talento si è sempre distaccato dalla bellezza esteriore, cercando di vestire i panni di personaggi complessi, a tratti estenuanti e dalla forte carica drammatica. Un solo rimpianto per lui, quello di non essere mai stato diretto da una donna.
Un rapporto, il suo con la Croisette cinematografica, che dura ormai da lungo tempo. Per la prima volta, nel 1961, sbarcò nel litorale francese (facendo impazzire i fotografi), per la pellicola Che gioia vivere. Trent’anni dopo atterrò – letteralmente – con un elicottero, con il film Nouvelle Vague di Godard.
Pensava sarebbe dovuto venire a Cannes solo per festeggiare i registi con cui aveva lavorato.
Così hanno ironizzato il presidente e il delegato generale del festival, Pierre Lescure e Thierry Frémaux.
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