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Montagne Rocciose, tre alpinisti travolti da una valanga. Ecco cosa è successo

Tre alpinisti: David Lama e Hansjoerg Auer, austriaci, e il loro compagno di cordata americano Jess Roskelley, sono stati travolti da una slavina sull’Howse Peak, in Canada, sulle Montagne Rocciose. Le speranze di ritrovarli in vita sono quasi nulle.

Come informano le autorità canadesi, durante un volo in elicottero sulla zona della valanga di enorme dimensioni sono stati trovati “segni evidenti” che i tre siano stati travolti. Dalla neve, si apprende, spuntava attrezzatura alpinistica e copri parzialmente coperti. La notizia è riportata oggi 20 aprile dalle agenzie di stampa.

A causa dell’elevato rischio non è stato tentato un recupero. I tre, considerati tra gli alpinisti più promettenti in circolazione, si trovavano sulle Montagne Rocciose per una serie di scalate. L’incidente è avvenuto sulla parte est dell’Howse Peak, considerate estremamente difficile. L’allarme è stato lanciato dal padre di Roskelley, il famoso alpinista e Piolet d’Or 2014, perché il figlio non ha chiamato martedì, come invece concordato.

Daniele Nardi e Tom Ballard senza vita a 5900 metri. Resteranno sul Nanga Parbat

(notizia di archivio del 10 marzo 2019) I corpi senza vita di Daniele Nardi e Tom Ballard sono stati trovati a circa 5.900 metri di altitudine. La conferma è arrivata sabato 9 marzo. I due alpinisti erano dispersi dal 24 febbraio scorso sullo sperone Mummery del Nanga Parbat, nel Karakorum pakistano. Non saranno recuperati. Resteranno sulla montagna, uno degli Ottomila himalayani. Nella foto in alto tratta da Twitter, dell’alpinista Alex Txikon che li ha individuati col telescopio, si vede Nardi, cerchiato in rosso, e più sotto Ballard, cerchiato in blu. Più in basso sulla destra la tenda.

“Con grande dolore informo che le ricerche di Daniele Nardi e Tom Ballard sono terminate – ha scritto su Twitter l’ambasciatore italiano in Pakistan Giuseppe Pontecorvo -. Alex Txikon e la sua squadra hanno confermato che le sagome viste sul Mummery a circa 5.900 metri sono quelle di Daniele e Tom”.

“Non ci sono o saranno mai parole adatte a descrivere il vuoto che hai lasciato – è il messaggio sui social di Stefania Pederiva, fidanzata di Tom Ballard -. Un dolore straziante e una forte rabbia per non aver ascoltato le mie costanti parole che ti dicevano che su quella montagna non dovevi andare, i tuoi sogni non erano lì, per questo madre natura non ti ha più protetto”.

“Ringrazio l’universo – ha scritto ancora Stefania Pederiva – per avermi regalato una persona così speciale, non restano che i magnifici ricordi dei tempi trascorsi insieme che sono i più belli della mia vita. Ti ritroverò nella natura, nei fiumi negli alberi nelle montagne, tu sarai sempre la mia roccia più bella“. “La montagna prende, la montagna dà… Una barriera – prosegue il post – avevo innalzato per accettare i pericoli ai quali eri costantemente esposto, tutto in frantumi è ormai andato e il mio cuore è completamente annegato”.

“Daniele rimarrà un marito, un padre, un figlio, un fratello e un amico perso per un ideale che, fin dall’inizio, abbiamo accettato, rispettato e condiviso”. Questo, invece, il messaggio su Facebook della famiglia di Daniele Nardi. “Siamo affranti dal dolore; vi comunichiamo che le ricerche di Daniele e Tom sono concluse. Una parte di loro rimarrà per sempre al Nanga Parbat“, aggiungono i familiari di Nardi. “Il dolore è forte; davanti a fatti oggettivi e, dopo aver fatto tutto il possibile per le ricerche, – proseguono – dobbiamo accettare l’accaduto”.

La famiglia di Daniele Nardi ha pubblicato su Facebook alcune parole scritte dall’alpinista di Sezze (Latina), probabilmente scritte prima della sua partenza per la spedizione sul Nanga Parbat. “Mi piacerebbe essere ricordato come un ragazzo che ha provato a fare una cosa incredibile, impossibile – scriveva Nardi. Che però non si è arreso e se non dovessi tornare il messaggio che arriva a mio figlio sia questo: non fermarti non arrenderti, datti da fare perché il mondo ha bisogno di persone migliori che facciano sì che la pace sia una realtà e non soltanto un’idea…vale la pena farlo”.

 

Photo credits: Twitter

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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