La tensione, sempre più forte, fra Lega e Cinque Stelle esplode sotto la Pasqua. E nel tritacarne pentastellato, spiega sul Messaggero Alberto Gentili, questa volta finisce addirittura Giancarlo Giorgetti. Il sottosegretario leghista sarebbe “colpevole” di avere assunto il figlio di Paolo Arata, il presunto corruttore del sottosegretario Armando Siri, al dipartimento di programmazione economica della Presidenza del Consiglio.
Di più, il prossimo passo dell’offensiva di Luigi Di Maio nel nome della “questione morale” e della “trasparenza”, sarà chiedere a Matteo Salvini se “Arata finanzia la Lega”. “E se la risposta dovesse essere affermativa sarebbe molto grave perché Arata è collegato alla mafia, a Messina Denaro”. Accuse gravissime. Colpire Siri e quindi Giancarlo Giorgetti vorrebbe dire innescare la reazione violenta del Carroccio: “I grillini con il loro giustizialismo sono pericolosi e lo sapevamo, ma se si azzardano a chiedere le dimissioni di Giorgetti, il governo non dura una giornata”, dice al Messaggero un ministro leghista.
Luigi Di Maio, tuttavia, non sembra intenzionato ad affondare i colpi contro il sottosegretario alla presidenza del Consiglio. “Guardate bene il comunicato, noi non chiediamo chiarimenti a Giorgetti, ma a Salvini. Vogliamo sapere se fosse a conoscenza di tutto questo”, dice uno stretto collaboratore del leader pentastellato, “del resto è vero che Giorgetti ha assunto il figlio di Arata, ma in sé non ha fatto nulla di male: le colpe dei padri, si sa, non devono ricadere sui figli…”.
In una spregiudicata mossa elettorale, deciso ad affossare l’alleato di governo sul fronte della “questione morale”, Di Maio insomma punta direttamente su Salvini, scrive ancora il Messaggero, convinto che il leader leghista non voglia aprire la crisi prima delle elezioni europee del 26 maggio. “Dobbiamo capire se Salvini controlla il partito, se è a conoscenza delle sue zone d’ombra”, dicono nell’entourage di Di Maio, “vogliamo sapere se Arata, che è un faccendiere legato alla mafia, finanzia la Lega. Poi, se scopriremo che la Lega è un partito corrotto, faremo le opportune valutazioni. Ciò che importa è che il Movimento ne esca pulito, senza una sola macchia”.
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