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“Il mio sogno? Scrivere una canzone con Ivano Fossati”. Enrico Nigiotti si confessa a Velvet

Si definisce “molto passionale”, uno che le emozioni le vive intensamente, e “se gode, gode tanto, se soffre, soffre tanto”. La determinazione e la volontà di continuare a vivere di musica non gli mancano, nonostante confessi si essere quotidianamente attanagliato dalla paura di non poter più fare “il lavoro più bello del mondo”, quello del musicista. Enrico Nigiotti (31 anni, livornese) si gode un periodo di successi dopo la partecipazione al Festival di Sanremo con la struggente canzone “Nonno Hollywood”, e sta per concludere la prima parte del suo tour nei teatri (l’ultima data, il 23 aprile, è a Genova). Cuore, testa e verità sono gli elementi principali presenti nel suo più recente album dal titolo “Cenerentola…e altre storie” (versione “allargata” del disco uscito lo scorso settembre) ma si capisce che sono anche caratteristiche di questo ragazzo cresciuto con la passione per le sette note. E’ tenero e tosto, semplice ma testardo Nigiotti, uno che è passato attraverso i talent show (“Amici” nel 2009, trasmissione che ha volontariamente abbandonato, e “X-Factor” nel 2017, dove si è classificato terzo), ma ha sempre composto canzoni (ha pubblicato 3 album in totale) e desiderato fortemente poter vivere di musica. E a quanto pare ce la sta facendo. La partecipazione a Sanremo gli ha regalato ancor più popolarità e riconoscibilità, e anche qualche premio.

VELVET: La tua canzone “Nonno Hollywood” (decima classificata allo scorso Festival di Sanremo) ha ricevuto la certificazione Disco d’oro lo scorso 8 aprile, dopo aver vinto il Premio Lunezia come miglior testo. Che effetto ti ha fatto ricevere questa comunicazione?
EN: Due settimane prima di ricevere la certificazione di Disco d’oro per “Nonno Hollywood”, mi hanno comunicato che anche “Complici”, il brano che ho cantato in coppia con Gianna Nannini, era Disco d’oro. Mi ha fatto un sacco piacere, ovviamente, ma devo dire che il successo di “Nonno Hollywood” per me ha un sapore molto diverso, è più speciale.
Ho scritto questa canzone perché avevo un’esigenza, è stata per me come una medicina, una sorta di pozione per il cuore: l’ho creata per non pensare a quello che era successo solo otto ore prima, quando mio nonno era passato a miglior vita. Quel testo buttato giù di getto per esprimere il dolore di una perdita così grossa è diventato una canzone, e solo il fatto di farla sentire al Festival di Sanremo è stata una soddisfazione enorme, un vero e proprio regalo: ho portato con me il mio nonno, è stato come se gli avessi detto “grazie” su di un palco così importante. Ancora oggi, quando canto “Nonno Hollywood”, provo qualcosa di veramente speciale: è come se avessi composto una canzone che anche fra trent’anni lascerà la stessa emozione, è come se avessi scritto sul diario certe emozioni che ho provato quando ho perso nonno, quindi rileggerla, ricantarla o risentirla è sempre toccante.

“Nonno Hollywood” di Enrico Nigiotti, Premio Lunezia e Disco d’oro

VELVET: La tua fama è recente, ti conosciamo bene da un paio di anni; in realtà fai musica da circa un decennio, il tuo primo singolo “Addio” risale al 2008, e sino ad oggi hai pubblicato tre album (“Enrico Nigiotti” nel 2010, “Qualcosa da decidere” nel 2015, “Cenerentola” nel 2018, recentemente ristampato come “Cenerentola e altre storie”). Che effetto ti fa guardarti indietro e vedere quanta acqua è passata sotto i ponti?
EN: Mi fa specie perchè mi fa capire quanta acqua dovrà ancora passare sotto quei ponti, la strada da percorrere è ancora lunga. In questo momento della mia vita sono felice perché stanno succedendo un sacco di cose belle: sto portando avanti un tour che sta andando benissimo, ci sono un sacco di persone che pagano il biglietto per vedermi in teatro e per cantare con me le canzoni. Mi sembra quasi impossibile, sono stati due anni molto particolari gli ultimi, anni in cui ho potuto anche iniziare a scrivere testi per altri colleghi. E’ proprio vero che quando si continua a seminare, prima o poi il raccolto arriva. In un anno ho scritto il duetto che ho fatto con Gianna Nannini (dal titolo “Complici”, ndr), poi ho composto per Laura Pausini “Le due finestre”, il brano che ha vinto il Grammy latino, e ho scritto anche per Eros Ramazzotti (il brano “Ho bisogno di te”, ndr). Insomma, è stato un anno sicuramente molto importante per me, ho avuto grandi soddisfazioni e voglio continuare a percorrere questo tipo di strada. In questo momento scrivere è un po’ difficile perché sono in tour, il tempo che ho a disposizione è poco, ma continuerò di sicuro a coltivare questa mia forte passione.

Enrico Nigiotti, dagli esordi alla composizione di brani per Laura Pausini a Eros Ramazzotti

VELVET: In questi anni hai potuto collaborare con Elisa, hai realizzato un duetto fantastico con Gianna Nannini, hai fatto da apertura al concerto di Laura Pausini al Circo Massimo, al Festival di Sanremo hai duettato con Paolo Jannacci. Con chi vorresti collaborare nel prossimo futuro?
EN: Mi piacerebbe scrivere una canzone con Ivano Fossati, anche se so che sarà impossibile. Ritengo che sia il più grande autore del 900 in assoluto: per me è stato fonte di grandissima ispirazione ed è uno dei più bravi cantautori, secondo me è il migliore a scrivere i testi.

VELVET: C’è un artista che stimi in particolare nel panorama della canzone italiana contemporanea?
EN: Devo essere sincero: non sono molto informato sui colleghi. Credo che siamo tutti molto diversi, io non ho mai seguito le scie, ho sempre cercato di fare il mio lavoro senza guardare gli altri. Ma in Italia ci sono davvero tanti autori che scrivono belle canzoni.

VELVET: I talent show hanno sicuramente avuto un ruolo importante nel tuo passato, nella tua storia: prima la partecipazione ad “Amici” nel 2009 (trasmissione che hai abbandonato quando sei giunto al serale), poi l’esperienza di “X-Factor” nel 2017, da cui sei uscito classificandoti al terzo posto. A posteriori ritieni che ti abbiano più nuociuto o favorito?
EN: Mi hanno sicuramente aiutato nel senso che hanno fatto conoscere le mie canzoni a più persone. Credo che, sei hai pronto del materiale valido da proporre (come una serie di canzoni, ad esempio), il talent sia un un cavallo da cavalcare sicuramente. E’ una vetrina molto ricca, che ti porta ad esprimerti davanti a un sacco di persone, e a conoscerne molte altre. Personalmente sono molto contento di aver fatto sia “Amici” che “X-Factor”.

Enrico Nigliotti, da “Amici” nel 2009 a “X-Factor” nel 2017

VELVET: E se ora ti chiedessero di fare il giudice a “X-Factor”? Accetteresti?
EN: No, non credo proprio che lo farei, per adesso non mi interessa! E poi non sono bravo a giudicare, mi piace di più esser giudicato!

VELVET: Stasera a Genova si conclude il “Cenerentola tour”. Dal 3 aprile sei in giro con una serie di concerti nelle principali città italiane: com’è il tuo rapporto con il pubblico? Com’è andata questa tournée?
EN: È stato un periodo molto intenso, ma è stato solo un assaggio perché da maggio in poi ci saranno un sacco di altre date, sarà un anno ricco di live. Sinora è stato tutto molto bello, sono emozioni diverse quelle che derivano dallo scrivere le canzoni e quelle che invece si sprigionano quando vedi che le persone ascoltano e cantano quello che hai scritto. Oggi la musica è tutta streaming, mentre ai concerti c’è un rapporto diretto, le persone le vedi, le osservi mentre ascoltano e cantano le tue canzoni, mentre ti battono le mani e fanno il coro con te. Non mi aspettavo di avere un pubblico così variegato, così caloroso, è stata una gran bella scoperta oltre che una sorpresa.

Enrico Nigiotti, in estate un nuovo singolo e il tour in giro per l’Italia

VELVET: Che rapporto hai con le recensioni e le critiche giornalistiche?
EN: Non sono molto attento a queste cose, cerco sempre di stare nel mio, l’ho sempre fatto. Se una critica è costruttiva, la leggo, la ascolto; se invece reputo che sia basata sul niente, su fatti assolutamente non condivisibili, non la ascolto nemmeno. Credo di essere abbastanza intelligente da riconoscere quando una critica è reale o basata sul nulla.

VELVET: Come nascono le tue canzoni? La creatività arriva dalla pancia o dal cervello?
EN: In realtà creo e compongo più per esigenza. Quando sto bene scrivo meno, non sono un mestierante, credo ci sia ancora tempo per scrivere per mestiere. Secondo me il mestiere arrivi quando hai meno cuore o hai già detto un po’ tutto che avevi bisogno di dire. Io credo di avere ancora tanto da esprimere, quindi aspetto il momento giusto per dire qualcosa.

VELVET: Sono passati ormai più di due mesi dal Festival di Sanremo, che quest’anno hai vissuto da Big, dopo esserci stato anche nella sezione “Nuove proposte” nel 2015. A un po’ di settimane di distanza da quell’evento, che ricordo hai?
EN: Ho un bel ricordo del Festival di Sanremo, credo di averlo vissuto in modo diverso: per me significava portare mio nonno sul palco dell’Ariston, e penso che ciò mi abbia aiutato a concentrarmi su questo aspetto piuttosto che su elementi più frivoli (come gli abiti da indossare, la competizione con gli altri artisti). Ero fuori da ogni schema, e per questo mi sono goduto appieno i tre minuti in cui ho cantato il mio nonno. Non ho mai pensato ad altro, e lo reputo una fortuna, una cosa che mi ha facilitato. Ho avuto la fortuna di cantare qualcosa che sentivo al 100%, non c’è stata alcun tipo di paura o di esitazione, perché nessuno può dirmi come devo cantare o scrivere mio nonno. Anche per questo non ho guardato né le critiche né i complimenti. Nessuno mi può spiegare come devo esprimere il dolore per la perdita del nonno.

VELVET: Cosa c’è nel futuro di Enrico Nigiotti? Quando arriverà l’album nuovo?
EN: In realtà l’album deve ancora nascere. Tra poco però posso anticiparti che ci sarà una sorpresina. Non si tratta di un duetto ma di un singolo nuovo che uscirà in estate.

VELVET: L’estate è stagione di grandi concerti, e molti sono gli artisti internazionali che arrivarenno in Italia (dagli Smashing Pumpkins ai Cure, da Eddie Vedder a Mark Knopfler, da Ed Sheeran ai Metallica). Andrai a vedere qualche live?
EN: La verità è che non sono uno che va a vedere i concerti. Lo so, sembra strano, ma quando ho un po’ di tempo libero cerco di non pensare alla musica, di fare altro. E poi non sono un grande amante dei concerti.

VELVET: Ma se potessi aprire i concerti di un grande artista internazionale, chi sceglieresti?
EN: La mia gavetta è stata aprire i concerti di grandi artisti, come Laura Pausini, Gianna Nannini, i Simply Red. Sicuramente l’artista internazionale con cui sono cresciuto è Eric Clapton, quindi mi piacerebbe aprire i suoi concerti, ma solo perché così poi potrei vedere gratis lo show!

Photo credits: Instagram e Daniele Barraco

Martina Riva

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Da sempre appassionata di tutto ciò che riguarda il mondo dell’intrattenimento, mi sono laureata in Conservazione dei Beni Culturali con una tesi di laurea in Storia del Cinema sul film “Lolita” di Stanley Kubrick. Finita l’università, mi sono trasferita a Los Angeles, dove, tra le altre cose, ho ottenuto un certificate in giornalismo a UCLA; nella Città degli Angeli ho lavorato per varie TV tra cui KTLA, dove per tre anni mi sono occupata principalmente di cinema, coprendo le anteprime mondiali dei film e i principali eventi legati al mondo spettacolo (Golden Globes, Academy Awards, MTV Awards e altri). Nel 2005 sono approdata alla redazione spettacoli di SKY TG24 dove ho lavorato come redattrice, inviata ai Festival e conduttrice. Le mie passioni principali, oltre al cinema, sono i viaggi, il teatro, la televisione, l’enogastronomia e soprattutto la musica rock. Segni particolari? Un amore incondizionato per i Foo Fighters!

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