E’ morta Jaqui Saburido, a 40 anni, dopo aver lottato per anni contro un cancro, che l’ha stroncata. Si è battuta per tutta la vita, lei che ha sofferto davvero tanto e, dobbiamo dirlo, anche ingiustamente. La sua storia inizia in Venezuela il 20 dicembre del 1978. Un’infanzia normale, felice e poi il trasferimento ad Austin, in Texas, per studio. Lei, una Chica de Universidad, amava studiare e ballare il flamenco, per non rinnegare le sue origini, ma anche praticare tantissimo sport.
La sua vita è cambiata improvvisamente, ma la sua stessa esistenza ha cambiato tutti noi, il suo viso è diventato il simbolo di una battaglia ardua, ma pregna di significato. La sera del 19 settembre 1999, quando aveva soli 20 anni, un incidente stradale ha cambiato per sempre le sorti di Jaqui Saburido. Mentre era di ritorno da una festa di compleanno con degli amici, la macchina con la quale stava rincasando fu investita da un conducente ubriaco. Il sinistro provò la morte sul colpo di due dei suoi amici, poi l’automobile prese fuoco e le lamiere divennero una gabbia infernale. L’incendio dirompente colpì il viso di Jaqueline per 45 secondi, fatali perché venissero del tutto cancellati i suoi connotati, rendendola per sempre invalida.
La sua faccia, le sue braccia e le spalle furono irreversibilmente bruciate, con ustioni di terzo grado per il 60% del corpo, gravissime. Jaqui era diventata calva, i lineamenti del suo viso erano del tutto inesistenti, la sua pelle distrutta, aveva perso la palpebra destra, le dita delle mani le sono state amputate e la colonna vertebrale faticava a sostenerla, debolissima.
Quell’avvenimento, oltre a cambiarle la vita, le ha dato la forza per battersi, con ogni mezzo possibile, per sensibilizzare tutti, soprattutto i giovani, contro ciò che l’ha uccisa. La vita è una sola e, il ragazzo ubriaco che ha colpito l’auto sulla quale viaggiava, ha avuto una pena troppo dolce. “Solo” 7 anni di carcere per Reginald Stephey ed una multa di 20mila dollari da pagare. Nulla, in confronto al calvario che Jaqui ha dovuto sopportare (e anche la morte di due passeggeri dell’auto). Con l’aiuto dei suoi genitori, aveva fondato un’associazione che si batte per sensibilizzare i giovani a non bere alcolici, e soprattutto a non guidare in stato di ebbrezza. Non solo, divenne anche il volto simbolo della campagna del dipartimento dei Trasporti del Texas contro l’abitudine di bere alcolici prima di mettersi alla guida.
Sarà sempre il volto della battaglia, sarà sempre nei nostri cuori. Forse era davvero stanca di combattere e, questa volta, ha avuto la sua pace eterna.