Party Politics. Francesco Vezzoli alla Fondazione Giuliani di Roma
Il 15 aprile è cominciato il Grand Tour Contemporaneo, una serie di esposizioni personali e collettive di artisti italiani affermati ed emergenti – promossa dal Comitato Fondazioni Arte Contemporanea – che si rivolgono al pubblico internazionale in transito in Italia per la Biennale di Venezia (11 maggio – 24 novembre). Al programma aderisce anche la Fondazione Giuliani di Roma con una mostra di Francesco Vezzoli (Brescia, 1971), intitolata Party Politics. L’intrattenimento della politica, la politica dell’intrattenimento.
Francesco Vezzoli ha studiato alla Central St. Martin’s School of Art di Londra e attualmente vive e lavora a Milano. Dopo aver esposto in alcune tra le sedi più prestigiose al mondo, le sue quotazioni hanno raggiunto cifre da capogiro. Inoltre, il suo curriculum vanta personali all’interno di istituzioni museali di rilievo, come il Jeu de Paume di Parigi, il Castello di Rivoli di Torino, il New Museum di New York, la Whitechapel Art Gallery di Londra ed il Museo Migros di Zurigo.
A sei anni dalla sua grande antologica al MaXXI di Roma, Vezzoli torna nella capitale con una mostra che presenta una selezione di fotografie d’archivio scattate da vari fotoreporter principalmente negli anni ’80. Si tratta di immagini di medio e grande formato che ritraggono perlopiù politici italiani della Prima Repubblica insieme a starlette e personaggi dello spettacolo, inserite in una cornice classica che rievoca sia i ritratti cortigiani di Hans Holbein il Giovane (1497 – 1543), sia i soggetti morali moderni di William Hogarth (1697 – 1764). In questo modo Vezzoli intende fornire dei memorabili ritratti d’epoca, nei confronti dei quali guarda con occhio critico ed allusivo, ma mai “blasfemo”. L’artista bresciano è solito avvalersi di molteplici tecniche per creare le sue opere (video, performances etc…), tuttavia in questo caso preferisce esprimersi soltanto tramite il linguaggio fotografico, alle volte unito al ricamo, che gli consente di mettere in atto una vera e propria sfida tra arte “alta” e cultura popolare.
Il coinvolgimento nei suoi progetti di star o icone del piccolo e grande schermo non è di certo una novità per Vezzoli, da sempre impegnato nel tentativo di costruire il proprio lavoro come «specchio dell’effimero mediatico» e finalizzato «decostruire lo strumento della promozione», parafrasando Giorgio Verzotti in un libro a cura di Francesco Poli. Assai significativo in questo senso è senza dubbio Greed, il video diretto per l’artista da Roman Polanski ed interpretato da Natalie Portman e Michelle Williams, presentato per la prima volta alla Gagosian Gallery di Roma nel 2009. E’ la finta pubblicità di un profumo – Greed by Francesco Vezzoli per l’appunto – che fa il verso a questo genere di comunicazione. Ebbene, oggi l’autore di Democrazy punta piuttosto su un’indagine a proposito dell’iconografia del passato italiano, di cui ne troviamo un valido esempio in Party Politics, aperta fino al 19 luglio alla Fondazione Giuliani con il contributo speciale del giornalista e scrittore Filippo Ceccarelli.
Fondazione Giuliani per l’arte contemporanea
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