Blake Lively, gli inizi difficili: spacciava abiti low cost per “vintage”
Non tutti nascono fortunati, nemmeno le star d’oltreoceano, che oggi tanto amiamo, o meglio, col tempo lo diventano. Una vera celebrità, che sia cantante, attrice o soubrette, non può non aver calcato, almeno una volta nella vita, un red carpet. La sfilata sul tappeto rosso, però, è ormai diventata un momento di eccessiva attenzione. Ore ed ore di preparazione, dietro le quali c’è sempre un team numerosissimo di esperti di capelli, trucco, stile. Quei pochi secondi di camminata e pose plastiche dinanzi ai fotografi decidono chi sarai nei mesi successivi.
Sbagliare un look potrebbe costare caro a chiunque, ma anche un semplice dettaglio dei capelli fuori posto, può fare di te una stella in declino. Aggiungiamoci anche gli occhi puntati dei fan e di tutto il web, che non vede l’ora di scoprire, giudicare e amare\odiare un look. E, soprattutto nell’era di internet, cercare di trovare informazioni online sull’outfit e copiarne i minimi dettagli. In modo particolare all’inizio della carriera, tutta questa attenzione può diventare una pressione insostenibile, a maggior ragione se si è molto giovani.
E’ esattamente quello che è successo alla bellissima Blake Lively, ad oggi una delle attrici più affascinanti, amate, pagate e talentuose dello showbiz USA. In una recente intervista per InStyle, Blake ha parlato di moda e di come i suoi esordi siano stati un po’ complicati, per quanto riguarda i suoi look. In uno dei suoi primi red carpet, l’attrice indossava un abito giallo, corto e smanicato, di certo adatto allo stile di una ragazza di soli 18 anni. Era il 2005 e lei era invitata alla cerimonia dei Teen Choice Awards. Allora, alla domanda su quale fosse il brand del vestito, l’attrice risposte che fosse un abito “vintage”. Tutt’altro che vera la sua affermazione: l’abito era un modello low cost del marchio Forever 21.
Iniziai a dire che era un vestito vintage perché mi vergognavo. Quella fu la mia seconda première, avevo addosso un vestito da 13 dollari di Forever 21 e le persone sul red carpet continuavano a chiedermi quale designer stessi indossando. Quando lo rivelai, mi risposero che non avrei dovuto dirlo perché avrei fatto più bella figura in un abito couture di migliaia di dollari. Così, subito dopo, iniziai a dire alle persone che era vintage.
Com’era comprensibile, data sia la sua giovane età che inesperienza e, soprattutto, non volendo deludere le aspettative di coloro che la ammiravano. Ad oggi, Blake è una donna molto più matura e consapevole, sia della propria persona, che di ciò che la circonda. Soffre molto meno le attenzioni, ama la moda, che è una sorta di scudo per lei e ha adottato dei piccoli trucchetti, per “sopravvivere” al red carpet
Per me la moda è una forma di espressione, mi porta lontano dalla mia comfort zone. Una delle ragioni per cui sono un’attrice è che per natura sono molto timida, quindi vestirmi e fingere di essere un’altra è davvero liberatorio. L’unico modo che mi fa sentire a mio agio quando calco i red carpet o rispondo alle domande delle interviste è adottare la stessa strategia che uso quando recito, ovvero interpretare un personaggio. Così, quando vado a una première, penso al personaggio e mi calo nella parte. Ancora oggi, sento le farfalle allo stomaco prima di salire su un red carpet.
Ma, soprattutto, Blake ha imparato che la moda è una questione personale. Ha sempre rifiutato di avere uno stylist al suo fianco, ci tiene a curare i dettagli dei suoi look, che lei sceglie personalmente. Sentirsi a suo agio in un abito è una priorità. Quando sei tranquilla tu, la cosa traspare anche dall’esterno e il fatto di essere a tuo agio lo comunichi sempre a chi ti sta guardando. E, anche l’esperienza come attrice protagonista di Gossip Girl, in cui era Serena Van der Woodsen, l’ha aiutata moltissimo.
Tutto quello che voglio è rappresentarmi nel mondo migliore, motivo per cui scelgo di creare da sola i miei look. Sono stata molto fortunata e ho avuto l’opportunità unica di recitare in Gossip Girl dove la moda era una costante. Così ho iniziato a intessere relazioni con i designer, scambiando e-mail. Tutto è accaduto in maniera naturale.