Il leader dell’opposizione e autoproclamato presidente ad interim del Venezuela, Juan Guaidó, ha invitato i venezuelani a scendere in piazza nell’ambito della “fase definitiva della operazione libertà”. Il presidente venezuelano Nicolas Maduro parla alla nazione dichiarando che il tentato colpo di Stato guidato dal leader dell’opposizione Juan Guaidó è stato sconfitto e che il Venezuela non si arrenderà mai alle “forze imperialiste”.
Maduro è apparso in tv circondato da politici e militari. Il leader nega di aver pianificato di fuggire a Cuba e di essere stato dissuaso dai russi. Lo ha detto nel suo intervento alla nazione in diretta tv e che ha poi postato sul suo account Twitter. Era stato il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, a dire che Maduro aveva già l’aereo in pista per andare a L’Avana ma che i russi lo hanno fermato.
Poi Maduro ha ringraziato l’Esercito. “Voglio felicitare voi forze armate per l’atteggiamento fermo, leale, valoroso e di enorme saggezza con cui avete condotto la soluzione e la sconfitta del piccolo gruppo che pretendeva di riempire il paese di violenza con una scaramuccia golpista”. In un video con ministri, leader del partito socialista unito del Venezuela (Psuv) e vertici militari diffuso attraverso il suo account Twitter, Maduro riferendosi a ieri ha parlato di un giorno intenso di eventi, emozioni, riflessioni e di sguardi sul futuro del Venezuela”.
È stato anche, ha proseguito, “un giorno di contrasto in cui si sono contrapposte due Venezuela: una di pace e dialogo ed un’altra portatrice di violenza e venduta alle ambizioni straniere”. “Ringrazio tutto il popolo venezuelano – ha poi detto – per il suo valore, coraggio e coscienza di fronte a questo tentativo di colpo di stato frustrato. Avete dimostrato che un popolo mobilitato è garanzia di tranquillità per la patria”. Maduro ha riferito che cinque militari sono rimasti feriti per colpi d’arma da fuoco, due in modo grave, nelle proteste guidate dal leader dell’opposizione; tra i feriti ci sono anche tre funzionari di polizia.
Un ragazzo di 24 anni è morto nello stato venezuelano di Aragua, nelle proteste durante il tentativo del leader dell’opposizione di rovesciare il governo del presidente Nicolas Maduro. Lo ha riferito l’Ong Provea senza specificare la cause della morte. Nella rivolta sono rimaste ferite finora 95 persone, 26 ad Aragua e 69 Chacao, nello stato di Miranda, uno dei cinque Comuni del Distretto metropolitano di Caracas. Secondo la Ong, il giovane, ucciso “durante le proteste, si chiamava Samuel Enrique Mendez. Un deputato dell’opposizione ha diffuso su Twitter un video che mostra un gruppo di giovani che cammina in strada con il corpo della vittima, intonando l’inno nazionale.
L’Ong ha aggiunto che le proteste anti-Maduro si sono diffuse in 28 stati e le vittime sono 271 da quando il presidente è salito al potere, nel 2013. Ieri, 30 aprile, i primi scontri a Caracas. Gli Usa che invitano i propri cittadini “a lasciare il paese”. Blindati dell’esercito hanno investito i dimostranti antigovernativi a Caracas: lo mostrano le immagini della Bbc. Uno dei blindati ha sparato con il cannone ad acqua, circondato dalla folla, poi ha avanzato, investendo almeno un dimostrante. Un altro blindato ha fatto la stessa cosa poco distante. Gli scontri si sono svolti nei pressi della base militare di La Carlota. Subito è arrivato l’appello del segretario generale dell’Onu, Guterres, a tutte le parti affinché si eviti “di ricorrere alla violenza”. Al momento, si contano almeno 59 feriti negli scontri tra forze dell’ordine e manifestanti.
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