Un’altra tegola si abbatte su Armando Siri (nella foto in alto). Il sottosegretario leghista alle Infrastrutture del governo Conte avrebbe compiuto un’operazione immobiliare segnalata alle autorità antiriciclaggio della banca d’Italia. Lo ha scoperto il noto programma tv Report. Armando Siri, genovese, classe 1971, è stato già condannato per bancarotta fraudolenta nel 2011, come ricorda ilPost.it. Oggi è sotto inchiesta per corruzione. Adesso la nuova grana segnalata alla pubblica opinione dai giornalisti di Report.
Nonostante Siri abbia dichiarato nel 2017 un reddito di 25 mila euro, sottolinea ilPost.it, poco tempo fa ha acquistato una palazzina in provincia di Milano pagandola con 585 mila euro provenienti da una banca di San Marino. Sembra che la segnalazione sia avvenuta per via della provenienza sospetta del denaro.
La puntata di Report andrà in onda questa sera, 6 maggio, su RaiTre. Da oltre due settimane Siri è al centro degli scontri interni alla maggioranza parlamentare per via dell’indagine per corruzione nei suoi confronti portata avanti dalle procure di Roma e Palermo.
Siri è accusato di aver cercato di far approvare una serie di emendamenti a favore dei produttori di energia eolica, per favorire un imprenditore vicino alla mafia siciliana.
In questa operazione Siri avrebbe ottenuto o gli sarebbe stata promessa una tangente di 30 mila euro, di cui un imprenditore parla in un’intercettazione. L’ultimo scoop di Report non appare immediatamente collegata alla vicenda per cui Siri è indagato ma di sicuro non aiuta il sottosegretario. Le opposizioni e il Movimento Cinque Stelle hanno già chiesto a gran voce le dimissioni del politico vicino a Salvini.
Giovedì scorso anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha ufficialmente chiesto le sue dimissioni, promettendo di affrontare la revoca dell’incarico al prossimo Consiglio dei ministri, fissato per mercoledì 8 maggio. Salvini ha replicato mostrando nervosismo. Siri finora ha rifiutato di dimettersi nonostante l’esplicita richiesta del presidente del Consiglio: un gesto che ha pochi precedenti. Se non si dimetterà e se Conte manterrà la parola, la revoca dell’incarico sarà affrontata. Per questo il Consiglio dei ministri del 8 maggio si preannuncia drammatico per i rapporti interni alla maggioranza e per la tenuta dell’Esecutivo.
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