Musica

Liberato, il fenomeno avvolto nel mistero: 9 maggio e il grande ritorno

Oggi è 9 maggio e questa data è l’inizio di un progetto incredibile, ancora avvolto nel mistero: Liberato. Ma chi è Liberato? Sembra strano che qualcuno ancora non ne abbia sentito parlare: è un fenomeno globale. Un ragazzo (si pensa) incappucciato, con tante cose da dire nelle sue canzoni, in un modo davvero personale. Impossibile ascrivere la sua musica ad un genere, perché è una commistione di suoni ed influenze. C’è il rap, c’è il pop, r’n’b, hip hop, c’è la dance elettronica, l’indie e anche un po’ della tradizione neomelodica napoletana.
Liberato ha costruito una storia, attraverso le sue canzoni, in un modo magistralmente moderno, che piace davvero a tutti. Mettici il sound davvero coinvolgente, il suo personaggio misterioso, la voglia di scoprire chi si celi sotto quel cappuccio. Liberato, chicchessia, è un progetto ben studiato, che funziona in un modo davvero inedito. “9 maggio” è anche il titolo della sua canzone più nota, ma è anche la data del suo primo vero concerto live. Nella sua Napoli, ovviamente, esattamente un anno fa. Sul Lungomare che affaccia sul Vesuvio, davanti ad una folla trepidante di quasi 20mila persone. Un coro grandissimo di volti diversi, che ballava al ritmo di una musica, tanto misteriosa quanto universale.
Girano voci di un suo imminente ritorno sulle scene, sarà che è già sparito da diversi mesi. Si dice anche che, sotto diverse vesti, addirittura Liberato sia finito sul palco dell’Ariston di Sanremo. Questo perché a molti è venuta l’idea che, a dare voce al misterioso ragazzo, sia Livio Cori, che ha cantato in duetto con Nino D’Angelo. E, in effetti, ad avvalorare questa tesi, ci sono anche delle prove ed analisi scientifiche di un foniatra. Il ragazzo ha prontamente smentito ma, fino a prova contraria, se anche fosse non lo direbbe mai. Ho come l’impressione che Liberato perderebbe qualsiasi fascino se si facesse davvero vedere in volto. Come quando aspetti così tanto una cosa che, quando la ottieni, ti pare niente in confronto a tutto l’entusiasmo nel desiderarla.
A parlare di questo “caso” Liberato, ci ha pensato Gianni Valentino, che ha rilasciato un’intervista a TPI. Lui è uno scrittore e giornalista e sul cantante napoletano ha scritto un libro, che si intitola “Io non sono Liberato”. È una bella analisi su questo che è diventato un misterioso – ma innegabile – fenomeno.
Intanto, per chi volesse ascoltarlo live, Liberato giungerà finalmente nella capitale, il 22 giugno. Il cantante infatti, dopo il concerto sul Lungomare di Napoli, ha presenziato ad un concerto a Milano e ad un live in Puglia, nell’ambito di un festival musicale. Nel frattempo, è tornato anche sui social network, con un video.
Gianni Valentino parla del suo ritorno, che Liberato sta preparando, come nel suo modo di fare, in grande stile.
Liberato in questi mesi ha creato e sta tornando. Proprio venerdì 19 aprile sono terminati i ciak del suo nuovo videoclip ambientato tra Napoli e Capri. In particolare le riprese a Napoli sono avvenute in uno studio di registrazione storico attraverso il quale viene sintetizzata la canzone napoletana. Questo testimonia ancora una volta come questo artista, questo cantante fantasma incappucciato tende a stabilire un canone tra il suo verbo multiritmico e i codici classici, antologici della canzone napoletana. Altrimenti non avrebbe scelto questo studio di registrazione.
Studio di registrazione nel quale i figuranti sono stati parecchi e i look sono stati molto estrosi, espliciti e stravaganti. Tra pochi giorni comparirà online il nuovo videoclip anche perché il 22 giugno Liberato ha un importantissimo concerto a Roma e vorrei anticipare ai lettori di TPI la location, visto che non è stata ancora comunicata online. Nelle piattaforme digitali i fan posso acquistare ormai da Natale i biglietti. Sono già stati venduti quasi 15 mila tagliandi e la location, salvo cambiamenti dell’ultimo istante, sarà l’Ippodromo delle Capannelle, dove ogni estate Roma accoglie tanta musica.
Poi spiega anche la sua teoria sull’identità di Liberato, che è ben più complessa di come sembra. Liberato non è il cantante, o meglio, la voce che sentiamo ma, come intuiamo, è semplicemente un gran bel progetto che viene portato avanti da una grande mente.
C’è un particolare che è decisivo. È indispensabile tenerlo a mente. A prescindere da quella che può essere la ricerca scientifica che ho descritto nel libro insieme al foniatra Ugo Cesari, io dico che Livio è il canto di Liberato. Perché quando ho sentito la canzone di Cori “Non c’è fretta” ho avuto la certezza emotiva che Livio Cori canta le canzoni di Liberato. Ribadire questo concetto significa che quando io dico che Livio è la voce, il canto di Liberato non sto dicendo che Livio è Liberato. Sto dicendo che Livio è il canto di Liberato.
In altre pagine del libro sottolineo che il progetto Liberato è di un napoletano che ha lasciato Napoli e che ora vive lontano da questa città ormai da tanti anni anche se di Napoli non si è dimenticato affatto. Sia da un punto di vista umano che da un punto di vista creativo musicale, e Napoli l’ha ricordata in più occasioni con i suoi progetti paralleli.
Dovremo attendere di leggere o ascoltare le novità che ci aspettano. Nell’attesa che, un giorno, il grande mistero dell’anonimato si sveli.

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