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Lombardia, il governatore Fontana indagato. Nuova bufera sulla Lega

Il governatore lombardo Attilio Fontana è indagato per abuso d’ufficio nella maxi inchiesta della Dda di Milano che ha portato a 43 misure cautelari. Lo riporta stamani 8 maggio il Corriere della Sera. La notizia è stata confermata da fonti qualificate all’Ansa.

La contestazione riguarda la nomina del suo ‘socio di studio’ Luca Marsico a un incarico in Regione Lombardia. Fontana potrebbe essere interrogato già oggi dagli inquirenti.

Mafia e tangenti in Lombardia e Piemonte: nei guai politici e imprenditori

(notizia di archivio del 7 maggio 2019) Ci sono il consigliere regionale Fabio Altitonante, sottosegretario all’area Expo della Regione Lombardia e il consigliere comunale milanese e vicecoordinatore regionale di Forza Italia Pietro Tatarella, candidato alle Europee, tra gli arrestati nell’operazione della Dda di Milano. Tra i protagonisti, per uno dei filoni dell’inchiesta, anche l’imprenditore del settore rifiuti e bonifiche ambientali, Daniele D’Alfonso della Ecol-Service srl, anch’egli arrestato. C’è anche un episodio di “istigazione alla corruzione” nei confronti del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, che è parte offesa e non risulta indagato, nell’inchiesta della Dda di Milano. Da quanto si è saputo, il Governatore non avrebbe denunciato l’episodio. Fontana nei giorni scorsi si sarebbe anche recato al Palagiustizia milanese probabilmente per chiarire l’episodio.

Colpo alla mafia. Due gruppi criminali che operavano tra Milano e Varese costituiti da esponenti politici, amministratori pubblici e imprenditori sono nel mirino dei carabinieri di Monza e della Gdf di Varese. I militari stanno eseguendo, oggi 7 maggio, in Lombardia e Piemonte 43 ordinanze di custodia cautelare. Di queste 12 sono ordinanze in carcere.

A monte della retata un’inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano. Sono 95 in totale le persone indagate, a vario titolo, per associazione per delinquere aggravata dall’aver favorito un’associazione di tipo mafioso, finalizzata a corruzione, finanziamento illecito ai partiti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, false fatturazioni per operazioni inesistenti, auto riciclaggio e abuso d’ufficio.

L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto e responsabile della Dda, Alessandra Dolci, e dai pm Silvia Bonardi, Adriano Scudieri e Luigi Furno. Delle 43 persone destinatarie del provvedimento, firmate dal gip Raffaella Massacrino, 12 sono finite in carcere, 16 ai domiciliari, 3 con obbligo di dimora e 12 con obbligo di firma.

Di queste solo 9 sono accusate di associazione a delinquere. Sono duecentocinquanta i militari, tra carabinieri e finanzieri impegnati dalle prime luce dell’alba nell’esecuzione misure cautelari nelle province di Milano, Varese, Monza e Brianza, Pavia, Novara, Alessandria, Torino e Asti.

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