Firenze, si barrica in casa con la figlia: irruzione dei carabinieri
Un uomo si è barricato in casa sequestrando la figlia di 8 anni. Ha rifiutato, in un primo momento, di consegnarla alla madre, come invece era stato stabilito di recente dal giudice. Per questo l’uomo in questione, un 45enne di Scandicci (Firenze), è stato arrestato dai carabinieri la notte scorsa per sequestro di persona, e denunciato per sottrazione di minore.
Dopo aver acconsentito a far uscire di casa la bambina, si è nuovamente chiuso in casa, costringendo i militari a fare irruzione dopo aver sfondato una finestra. Secondo quanto ricostruito, ieri mattina, 8 maggio, il padre della piccola, che avrebbe dovuto portare la bimba a scuola, l’ha tenuta a casa, informando l’istituto che era malata.
La madre, ignara di tutto, è andata a prendere la figlia a scuola e non l’ha trovata. Immaginando cosa fosse accaduto, si è recata a casa dell’ex che si è rifiutato di aprire, così ha avvisato le forze dell’ordine. Dopo ore di negoziazione dei carabinieri, l’uomo ha acconsentito a far uscire la figlia. Poi si è chiuso nuovamente in casa, costringendo i carabinieri al blitz.
Condannato al processo di ‘ndrangheta si barrica alle Poste con 5 ostaggi. La resa dopo 7 ore
(notizia del 5 novembre 2018) ORE 20:26 – Si è arreso Francesco Amato. “Ha aperto la porta lui, ha fatto uscire gli ostaggi e si è consegnato“. Così il comandante provinciale dei carabinieri di Reggio Emilia, colonnello Cristiano Desideri, ha ricostruito la resa. Cosa lo ha convinto? “Il tempo, la pazienza e il dialogo coi negoziatori, che gli hanno fatto capire che non avrebbe potuto ottenere quello che chiedeva”. Sono tutte incolumi le quattro donne tenute in ostaggio per ore in un ufficio postale di Pieve Modolena, frazione di Reggio Emilia, da Francesco Amato, condannato nel processo di ‘Ndrangheta Aemilia e liberate dal blitz dei carabinieri. Inizialmente gli ostaggi erano cinque, ma una cassiera di 54 anni era stata rilasciata quando si era sentita male ed era stata soccorsa dal 118.
AGGIORNAMENTO ORE 15:45 – “Sono quello condannato a 19 anni in Aemilia”, sono le parole che ha usato per presentarsi. Agli uomini dei carabinieri, arrivati sul posto, ha chiesto, tra le altre cose, di poter parlare con il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Un reparto speciale dei carabinieri del Gis sarebbe pronto a intervenire, secondo quanto scrive Adnkronos. Al momento però le trattative tra Amato e le forze dell’ordine sono ancora in corso: la speranza è quella di riuscire a liberare gli ostaggi attraverso il dialogo.
AGGIORNAMENTO ORE 12:31 – Sono in corso trattative fra le forze dell’ordine e l’uomo che ha preso gli ostaggi. La parte della via Emilia dove si trova la filiale delle Poste è stata evacuata e sono stati creati due punti di sbarramento ai lati. Dopo un paio d’ore uno dei cinque ostaggi, una donna, è stata fatta uscire dalla filiale. Appena fuori, la donna ha avuto un mancamento ed è stata soccorsa dal personale del 118.
Francesco Amato, imputato condannato pochi giorni fa nel maxi-processo di ‘ndrangheta “Aemilia” si è asserragliato dentro l’ufficio postale di Pieve Modolena, frazione di Reggio Emilia, con un coltello. L’uomo si era reso irreperibile dopo la sentenza. Dai primi accertamenti avrebbe fatto uscire tutti i clienti, tenendo in ostaggio cinque dipendenti, tra i quali la direttrice. Amato è stato condannato a 19 anni e nei suoi confronti pendeva un ordine di carcerazione a cui si era sottratto.
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