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“Il Mediterraneo è un cimitero”, il grido d’allarme di Papa Francesco

“Non dimenticate questo Mediterraneo che si sta convertendo in cimitero”. È il grido di dolore di Papa Francesco ai rappresentanti della Stampa Estera in Vaticano sabato 18 maggio. Negli ultimi anni si calcolano a decine di migliaia i migranti, profughi e naufraghi, periti in fondo al mare nel tentativo disperato di raggiungere l’Europa.

“ECONOMIA DA SCHIAVI”

L’intervento del pontefice è stato a tutto campo. “L’economia, nata per essere ‘cura della casa’ – ha detto in un altro passaggio – è diventata spersonalizzata; anziché servire l’uomo, lo schiavizza, asservendolo a meccanismi finanziari sempre più distanti dalla vita reale e sempre meno governabili”.

EQUITA’, FAMIGLIA, AMBIENTE

“Di fronte a un contesto economico malato – ha sottolineato Bergoglio – non si può intervenire brutalmente, col rischio di uccidere, ma occorre prestare cure: non è destabilizzando o sognando un ritorno al passato che si sistemano le cose, ma alimentando il bene, intraprendendo percorsi sani e solidali”. Secondo il Papa, bisogna “sostenere chi vuole cambiare in meglio” favorendo “modelli di crescita basati sull’equità sociale, sulla dignità delle persone, sulle famiglie, sull’avvenire dei giovani, sul rispetto dell’ambiente”.

Un barcone carico di profughi si rovescia in mezzo al Mediterraneo

“SCARTARE CIBO è SCARTARE PERSONE”

Un’economia circolare – ha aggiunto – non è più rimandabile. Lo spreco non può essere l’ultima parola lasciata in eredità dai pochi benestanti, mentre la gran parte dell’umanità rimane zitta”. “Lottare contro la piaga terribile della fame vuol dire anche combattere lo spreco. Lo spreco manifesta disinteresse per le cose e indifferenza per chi ne è privo. Lo spreco è l’espressione più cruda dello scarto”. “Scartare cibo è scartare persone – ha proseguito Bergoglio -. E oggi è scandaloso non accorgersi di quanto il cibo sia un bene prezioso e di come tanto bene vada a finire male”.

“AIUTARE CHI STA INDIETRO”

Il Papa ha ringraziato i rappresentanti dei Banchi alimentari sottolineando il loro operato. “Quello che fate senza tante parole lancia un messaggio – ha detto loro -: non è cercando il vantaggio per sé che si costruisce il futuro; il progresso di tutti cresce accompagnando chi sta indietro. Di questo ha tanto bisogno l’economia“. “Perciò – ha concluso – ho a cuore un’economia che assomigli di più all’uomo, che abbia un’anima e non sia una macchina incontrollabile che schiaccia le persone”.

I SOCIAL MEDIA

Nel suo messaggio ai giornalista della stampa estera Papa Francesco ha toccato anche il tema del linguaggio e degli strumenti di comunicazione. “In un tempo in cui, specialmente nei social media ma non solo – ha detto il Papa -, molti usano un linguaggio violento e spregiativo, con parole che feriscono e a volte distruggono le persone, si tratta invece di calibrare il linguaggio“. “Come diceva il vostro Santo protettore Francesco di Sales nella Filotea – ha aggiunto Francesco -, usare la parola come il chirurgo usa il bisturi”.

Facebook, la richiesta shock agli utenti: "Mandateci le vostre foto nude"
Facebook e gli altri social, “attenzione alle parole” dice Francesco

Photo credits: Twitter

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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