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20 maggio, Giornata Mondiale delle Api: una specie a rischio estinzione

E voi, lo sapevate che oggi, 20 maggio, fosse la Giornata Mondiale delle Api? Questa ricorrenza è stata proclamata solo da pochissimo tempo, nel 2017, dall’Organizzazione delle Nazioni Unite. Il tutto è nato per volere della Slovenia, ma ha preso subito piede anche in Italia, Paese di apicoltori di tradizione. La nazione slovena è anche la terra dell’apicoltura. Nei secoli che vanno dal XVIII al XIX, ogni famiglia aveva il suo alveare privato. E, ancora oggi, la Slovenia detiene la più alta concentrazione media mondiale di apicultori: circa uno ogni 200 abitanti. Si parla di cifre incredibili: circa 9600 apicoltori, con più di 12mila alveari e circa 170,ila colonie di api, su 2 milioni di abitanti. Addirittura, gli  sloveni hanno un proverbio legato alle api

La scure vi cadrà sul miele

Questo è un modo di dire per ricordare che la fortuna sia davvero imprevedibile. Rievocando il fatto che, improvvisamente ed inaspettatamente, un boscaiolo poteva scoprire un bel tronco con un alveare. E, proprio in quel Paese, esiste la Kranjska sivka, l’ape slovena autoctona, protetta e fonte di ricchezza. Questa specie di ape è migrata in tutto il mondo ed è in grado di produrre tre tipi di miele, protetti dall’Unione Europea. Alla base dell’apicoltura moderna poi, vi sono tutti gli insegnamenti di Anton Jansa, anche lui sloveno. Ha vissuto alla corte di Vienne, tra il 1734 e il 1773, dove pose le basi delle tecniche, che ancora oggi vengono utilizzate. Ed è per lui se questa giornata cade proprio oggi, 20 maggio, giorno del suo compleanno. In questa data, la Slovenia ha chiesto di inserire una così importante ricorrenza.

La FAI – Federazione Apicoltori Italiani festeggia questa Giornata Mondiale delle Api, con la nostra specie di ape italiana. Questa specie autoctona si è molto diffusa nell’ultimo secolo ed è, per noi, motivo di gran vanto

un caso unico che motiva ancor di più le ragioni dell’orgoglio e dell’impegno della comunità apistica nazionale a tutelare e salvaguardare questo prezioso patrimonio della nostra biodiversità. Ed è anche l’occasione per promuovere, presso l’opinione pubblica, iniziative per far conoscere di più la vita delle api. Ma anche il loro ruolo nel preservare la biodiversità.

Certo, in Italia non possiamo contare l’apicoltura al pari della Slovenia, ma gli apicoltori censiti sono circa 55mila, una gran bella cifra. Lo scorso anno abbiamo raggiunto circa 1.500.000 alveari ed una produzione stellare di miele: circa 23mila tonnellate. E chi crede che sia un business in perdita si sbaglia. Non a caso il miele ha (quasi) lo stesso colore dell’oro. E, in Italia, ha fruttato un guadagno complessivo stimato di circa 150 milioni di euro. 

In questa giornata, dovremmo cogliere tutto l’occasione per informarci in modo più consapevole sul ruolo delle api. Queste specie animali sono a rischio estinzione e la situazione pare non accennare a migliorare. Il rischio è stato reso noto dall’Ipbes, secondo cui la scomparsa di questi insetti impollinatori potrebbe avere dei rischi notevoli sull’essere umano. Quest’ultimo ancora non ne comprende le conseguenze, ma noi tutti dovremmo iniziare a prenderne coscienza.

L’impollinazione è al 75% responsabile della produzione agricola, vitale per l’alimentazione. Ha portato ad un incremento del volume di produzione, negli ultimi anni, di circa il 300%. Il valore agricolo delle produzioni agricole dipendenti da impollinatori, in dollari, è compreso tra 200 e 600 miliardi annui. Senza contare, come consideravamo in precedenza, il guadagno notevole della produzione di miele. L’essere umano è dipendente dall’attività delle api, anche se non se ne rende conto! E, anche noi, stiamo contribuendo alla loro estinzione.

Quali sono le cause principali della diminuzione degli individui della specie? Innanzitutto i fattori climatici, le malattie, la malnutrizione, ma soprattutto gli effetti tossici degli insetticidi. Questi sono dannosi non solo per le api, ma anche per le farfalle, i vermi, plancton e piccoli uccelli. Quindi, dalle api in poi, rischiano di interferire con l’intero ciclo biologico animale. Se le api dovessero scomparire, le conseguenze sarebbero davvero drammatiche, soprattutto per la biodiversità. Gran parte delle piante riuscirebbe a sopravvivere, ma con una produzione davvero ridotta e, ovviamente con un netto rialzo del prezzi. Cerchiamo di sensibilizzarci di più verso l’argomento!

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