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“Non carichiamo armi”, portuali in rivolta a Genova. Ecco perché

AGGIORNAMENTO ORE 15:04 – Sulla Bahri Yanbu, la nave saudita delle armi, non saranno caricati i generatori della Defence Tecnel di Roma, materiale per uso militare. Tuttò ciò sarà invece trasferito fuori Genova via terra. Vincono dunque i portuali, scesi in sciopero di solidarietà con la popolazione civile dello Yemen.
Le operazioni di carico del materiale a uso civile riprenderanno in giornata. L’accordo finale è stato trovato in prefettura fra le istituzioni e i rappresentanti dei lavoratori.

 

Un gruppo di lavoratori portuali di Genova, a cui si sono aggiunti pacifisti, protesta al porto del capoluogo ligure. Stamani 20 maggio all’alba è arrivata la nave saudita Bahri Yanbu, un cargo sospettato di trasportare un carico di armi per la guerra nello Yemen. I lavoratori sono scesi in sciopero: “Non vogliamo essere complici, non carichiamo”. In prefettura si svolge un incontro fra il prefetto Fiamma Spena e i rappresentanti sindacali dei portuali ma la situazione resta tesa.

Quello della Bahri Yanbu è ormai un caso internazionale, come sottolinea su Repubblica Marco Preve. La nave della compagnia di bandiera dell’Arabia Saudita fa tappa a Genova dopo un boicottaggio dei portuali francesi a Le Havre. Lì avrebbero dovuto essere caricati 8 cannoni destinati al conflitto in Yemen. Il sito francese d’inchiesta Disclose ha svelato documenti dei servizi segreti che indicano come quel tipo di cannoni siano usati dall’Arabia in uno dei più cruenti conflitti del mondo. Da qui il boicottaggio internazionale.

Alla protesta lanciata dai portuali e dalla Cgil, spiega Repubblica, in questi giorni hanno aderito molte associazioni. C’è stata l’importante adesione dell’associazionismo cattolico. Fra questi: Acli, Salesiani del Don Bosco, oltre a Libera, comunità di San Benedetto e tanti altri ancora. In risposta a questa mobilitazione Prefettura e Capitaneria di Porto hanno garantito che il cargo imbarcherà solo materiale civile. Ma le garanzie fornite da Prefettura e Capitaneria non sono servite a far tornare la calma. Anzi.

Il collettivo autonomo dei lavoratori portuali (Calp) ha subito annunciato un presidio al varco portuale Etiopia. È scattato anche lo sciopero proclamato dalla Filt-Cgil. “Abbiamo saputo che qui a Genova, oltre a materiale di impiantistica civile, era previsto anche il carico di un generatore elettrico che viene utilizzato per scopi militari – spiega Enrico Ascheri, della Filt Cgil – a questo punto non ci stiamo, le rassicurazioni che ci hanno fornito non valgono più niente, la nave non si carica”.

Riteniamo di dare un nostro piccolo contributo ad un problema grande per una popolazione che viene uccisa giornalmente – spiega la nota della Filt – non diventeremo complici di quello che sta succedendo in Yemen”. Secondo le indiscrezioni pubblicate ieri 19 maggio in esclusiva da Repubblica, i cannoni destinati allo Yemen potrebbero essere caricati segretamente su un treno fino a Spezia. E da lì imbarcato su una nave.

Photo credits: Twitter

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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