Cinema

Aladdin torna al cinema: il classico del 1992 femminista e moderno

I film targati Disney, sono sempre un sogno ad occhi aperti, che mettono d’accordo davvero tutti. Andare al cinema e guardarne uno significa anche, in età adulta, sedere accanto ad un bambino e lui accanto a suo nonno. E nessuno si meraviglierebbe se, queste tre generazioni a confronto, a fine pellicola, avessero gli occhi emozionati e sognanti. La Disney è la portavoce ufficiale dei sentimenti universali, dei valori di cuore e messaggi che parlano di verità condivisibili. Amore, in tutte le sue accezioni, famiglia ed amicizia, come valori assoluti su tutti. Ma c’è anche il coraggio, l’altruismo, la voglia di non arrendersi, virtù che abitano solo nei cuori dei più nobili, ma non per nascita.

All’urlo disperato di richiesta di aiuto delle nuove generazioni, che quasi non conoscono i classici della tradizione Disneyana, arrivano i remake. Dei veri e propri revival, live action (formato filmico e non cartone animato) che a loro insegnano qualcosa che non conoscevano, per noi è un viaggio nel tempo. Come possiamo non emozionarci con le storie che ci hanno visti bambini, poi ragazzi ed oggi adulti. Quei racconti di sentimenti puri, nel sogno dei quali abbiamo iniziato a muovere i primi passi, tra qualche illusione e tanta positività.

Negli ultimi anni sono stati tanti i film presentati al cinema, a partire da Alice nel Paese delle Meraviglie di Tim Burton, nel 2010. Il 2014 è stato l’anno di Maleficent di Robert Stromberg, direttamente da La Bella Addormentata nel Bosco (e presto uscirà il sequel). Nel 2015 è uscito nelle sale il live action di Cenerentola, di Kenneth Branagh, ahimè, con qualche pecca nella resa cinematografica, forse troppa lentezza. A dicembre è stata la volta di Mary Poppins e, solo un paio di mesi fa, c’è stata l’uscita del live action di Dumbo, sempre con la firma di Tim Burton.

Adesso nei cinema, a partire dal 22 maggio (dal 24 in USA), il remake di una storia dalle ambientazioni quasi surreali, Aladdin. La pellicola, diretta da Guy Richie è liberamente ispirata alla fiaba popolare, ambientata in Medio Oriente, de Le Mille e Una Notte. Nel 1992 è uscito il cartone animato omonimo, che è ancora impresso nella nostra memoria ma, come tutte le cose, in questa veste nuova si è evoluto, anche nei personaggi.

La protagonista femminile, Jasmine, nel cartone animato è una dolce principessa, che si rifiuta di prendere marito, fin quando non conosce Aladdin, mascherato da principe. Nel live action la ragazza ha subito una mutazione, in chiave sicuramente moderna e femminista. Jasmine è innanzitutto una donna forte e l’attrice che la interpreta, Naomi Scott la descrive in questo modo

La Principessa Jasmine vuole solo fare il meglio per Agrabah, il suo obiettivo è diventare il nuovo leader della città. Non vuole però soltanto dirlo, ma anche dimostrarlo. Ha tutte le qualità necessarie per essere un leader, e alla fine della storia riuscirà a farsi avanti e a compiere il suo destino, diventando la guida necessaria per il suo popolo.

A tal proposito, all’interno del film, c’è una canzone inedita, interpretata dalla stessa Scott, in Italia dalla talentuosa Naomi Rivieccio. L’originale americana si intitola Speechless (letteralmente “senza parole”), è La mia voce nella versione italiana. E’ una canzone che parla di una rivincita tutta femminile, in cui Jasmine non vuole essere vittima passiva della sua società, ma donna determinata e forte per la sua gente

Mi hanno cresciuta in modo ch’io fossi

Qui al mio posto e zitta

È detta prima che io nascessi

Che questa storia è scritta

Lo sai, se accetti non hai scampo

E tu non potrai umiliarmi così mai più

Io voglio urlare Forte come il mare

Tu non mi puoi fermare

Questa voce nessuno la spegne

Spegne Puoi rinchiudermi, tanto non mi importa

Non temo quella porta

Questa voce nessuno la spegne

Certo, non mi piegherai

Nessuna gabbia fermerà

Le mie ali pronte per condurmi

E il mondo ascolterà quel che l’eco urlerà

E’ questo il grido di Jasmine, in una versione tutta girl power, dal messaggio forte e chiaro: nessuno può tappare le ali di una donna determinata. Non è schiava di nessun amore, è proprio lei che sceglie di amare Aladdin, perché è l’unica via che vede possibile. Jasmine non cede all’idea di essere comandata, in un mondo ingiusto di uomini dominatori e soprusi, è una principessa nel cuore, prima che esteriormente.

Aladdin affronta il tema dell’uguaglianza e della capacità di saper guardare sempre oltre. Ché se apparentemente sembra la storia di una lotta al potere, in realtà è un insegnamento a non fermarsi mai all’abito che si indossa. Dove ci condurrà tutto questo amore? Certamente ci farà volare alto, come su un tappeto volante, imprimendo ancora una volta la meraviglia di questa fiaba. Anche se ci si mette a guardarla con occhi diversi ma, alla fine di tutto, è sempre l’amore che muove le azioni. E, per amore, non si guarda a nessuna distinzione. 

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